Recensioni Soundcheck

di Oach – di Oach

Scritto da Annalisa Nicastro

Mi piace scriverne ora di questo bel disco, compagno perfetto di questi miei giorni di viaggio pieni di sole, mare e forti emozioni.

I di Oach (nell’antica lingua cimbra significa “la quercia”) nascono nella provincia vicentina nel 2013, anche se ascoltandone le sonorità sembrano venire da molto lontano da qui. A febbraio è uscito il loro omonimo album di debutto ed ha riscosso un notevole successo dalla critica specializzata.
Mi piace scriverne ora di questo bel disco, compagno perfetto di questi miei giorni di viaggio pieni di sole, mare e forti emozioni.
Già dal primo ascolto si sente che i componenti del gruppo non solo sono dei bravi musicisti ma hanno anche studiato sodo per arrivare a questo punto: i delicati arpeggi di chitarra scanditi dalla gran cassa e dal basso si mescolano alle sonorità fiabesche  date da glockenspiel, irish pipe e dalle voci di Nicola Traversa con il suo timbro profondo addolcito dalla seconda voce femminile di Chiara Giacon. Il loro sound è una sorta di art-folk fatto di folk statunitense e nord europeo, con spruzzi di jazz ed elettronica che non nasconde l’influenza di Tom Yorke e Alt-J.
I brani riescono, dal primo all’ultimo, a creare delle atmosfere, paesaggi evocativi di precisi stati d’animo, invitando l’ascoltatore a lasciarsi andare a questo flusso musicale che lo accoglie e lo accompagna.  Di Oach è un piccolo viaggio nel mondo nascosto in ognuno di noi.

About the author

Annalisa Nicastro

Mi riconosco molto nella definizione di “anarchica disciplinata” che qualcuno mi ha suggerito, un’anarchica disciplinata che crede nel valore delle parole. Credo, sempre e ancora, che un pezzetto di carta possa creare effettivamente un (nuovo) Mondo. Tra le esperienze lavorative che porterò sempre con me ci sono il mio lavoro di corrispondente per l’ANSA di Berlino e le mie collaborazioni con Leggere: Tutti e Ulisse di Alitalia.
Mi piacciono le piccole cose e le persone che fanno queste piccole cose con amore e passione. E in ultimo vorrei dire che mica sono matta, ma solo pazza. Pazza di gioia.

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