SOund36 vi propone l’intervista a Max che ci parla del progetto Della Vita Della Morte ideato appunto da Max Zanotti dei Deasonika insieme a Dj Myke. Il disco, che ha lo stesso nome del progetto, segna un incontro tra pop-rock d’autore e hip hop di ricerca. Qualche tempo fa è uscito “Spot”, il video/singolo tratto dall’album e che vi proponiamo a fine intervista.
Il vostro progetto nasce da due esperienze personali e musicali molto diverse, è proprio questo secondo voi il punto di forza?
Max: non credo, non è detto che dall’incontro di due stili differenti nascano sempre cose belle. Non credo neanche nel caso. Diciamo che a volte devi fare un po’ di ricerca e lavorare sui progetti al fine di non snaturarti ma nello stesso tempo di trovare una strada nuova che in qualche modo ti rappresenti. È un processo mai facile ma se il risultato è Della Vita della Morte ben venga un po’ di sudore.
Prima di questa esperienza avevate già collaborato insieme?
Max: sì, il primo lavoro fatto insieme è un brano uscito su “Hocus Pocus”, il disco di Myke di qualche anno fa. Si intitolava “Ti ucciderò all’alba” ed è forse il brano che ha aperto le porte alle successive collaborazioni, per esempio un paio di episodi nei dischi di Rancore.
Come si conciliano o si scontrano in Della Vita Della Morte il pop-rock d’autore e l’hip hop di ricerca dall’altra?
Max: Personalmente ho lavorato sui testi e sulle melodie in maniera più specifica, più cruda e asciutta rispetto ai miei precedenti progetti. Lavorare su ritmiche più serrate si è rivelato molto evocativo. Forse il punto di incontro è che sia io sia Myke siamo riusciti a esprimere gli stessi concetti con due forme di linguaggio diverse.
“Spot” è un vostro singolo da cui è stato tratto un video, tra le altre cose punta il dito contro la discografia, approfondiamo questo aspetto? Cosa ne pensate del mercato discografico di oggi?
Max: Punta il dito sulle cose che ci danno fastidio: una su tutte è la manipolazione. La discografia, soprattutto negli ultimi tempi, entra di diritto sul podio. È un mercato dopato, luccicante quanto finto in tanti prodotti che sentiamo. Meteore che lasciano scie di finto è l’immagine che mi viene in mente e ne ho viste passare troppe per non capire che faccia avrà la prossima. Vendi e scappa, tanto la differenza la si capisce sempre dopo.
Ci sono altre cose nel vostro disco che avete urgenza di dire e che arrivano forte ai vostri ascoltatori?
Max: Ci piacerebbe che il disco venga recepito nel suo insieme, nella forza della musica e delle parole. Non a caso il titolo del disco è uguale al nome del progetto. Il disagio che a volte ci offre la nostra realtà ha mille sfaccettature ma un’unica matrice.