I Dagomago sono affezionati alla musica anglosassone, la musica italiana ha qualche influenza sul vostro sound?
La musica italiana influenza molto il nostro modo di pensare quello che scriviamo. Non nascondiamo di avere una formazione e ascolti che provengono dal rock indipendente americano e inglese. Ma così come amiamo le espressioni musicali da ogni angolo del mondo, la nostra tradizione è molto presente in quello che facciamo, dai testi ai suoni. Anzi, nelle nuove canzoni a cui stiamo lavorando lo è ancora di più.
Dal punto di vista musicale avete scelto il pop per raccontarvi, l’indie però di tanto in tanto fa capolino…giusto?
Se con la parola indie intendiamo una maniera artigianale di fare musica e non una posa, una moda, certamente. Avere la fortuna di poter lavorare con una piccola etichetta indipendente come la nostra amata Vina Records, significa porre sempre le basi per un lavoro che non vuole necessariamente avere la perfezione dei prodotti industriali, ma che ricerca costantemente unicità e personalità. Può anche voler dire sbagliare, ma banalmente anche imparare a fare meglio dagli errori commessi.
Ad aprile è uscito il vostro album d’esordio, “Evviva la Deriva”, qual’è il filo rosso che unisce tutte le canzoni?
Alla base di “Evviva la deriva” c’era la volontà di scrivere un disco in prima persona plurale. Un disco che parlasse di noi e della nostra generazione. Con un po’ di disilussione, di disincanto, tanta rabbia, ma anche speranza e voglia di provare a cogliere l’opportunità che ci offre questo momento di delirio.
State riscuotendo tanto successo, vedi Radio Deejay, Radio 24, MTV New Generation…come lo state vivendo?
Siamo contenti perché a piccoli passi stiamo andando nella direzione giusta, ma siamo altrettanto consapevoli del fatto che dobbiamo ancora lavorare tanto. Non saremmo arrivati fino a qui senza il supporto di Davide Diomede e Francesco Del Proposto di Vina Records, del nostro ufficio stampa, Rosina Bonino, e di tutte le persone che ci stanno vicino e credono nei Dagomago.
Non siamo hobbisti: la musica è ciò che amiamo fare, per questo chiediamo sempre a noi stessi il massimo. Non esiste un punto di arrivo, ma esistono tanti piccoli obiettivi da porsi: alcune piccole cose le abbiamo fatte; c’è ancora tanta strada, ma in fondo siamo qui proprio per questo.
Annalisa Nicastro
Cucinami Se Vuoi
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