Recensioni

COVER ART SECRETS # 8 GOODBYE YELLOW BRICK ROAD – ELTON JOHN

Scritto da Marco Restelli

Goodbye yellow brick road che è, senza dubbio, il disco di maggior successo commerciale del grande Elton John

Passato ormai un po’ di tempo dall’ultima “puntata” sul mitico Thriller di Michael Jackson, riprendiamo la nostra rubrica riservata alle Cover Art che hanno segnato la storia della musica. Questa è la volta, invece, di Goodbye yellow brick road che è, senza dubbio, il disco di maggior successo commerciale del grande Elton John.
Questo splendido album, meritava una copertina all’altezza e, al riguardo, fu chiamato per occuparsene David Larkham di Los Angeles che era stato presentato a Sir. Elton e al suo paroliere Bernie Taupin diversi anni prima, all’epoca della nascita del loro sodalizio (Empty sky del 1969).
Da quell’iniziale incontro nacque una collaborazione e un‘amicizia che lo avrebbe portato ad occuparsi, direttamente o indirettamente, di tutte le loro copertine dei dischi. Poiché le registrazioni dell’album erano iniziate in Giamaica (nello studio dove avevano già registrato i Rolling Stones), a gennaio del 1973, Larkham raggiunse sull’isola caraibica Elton il quale gli suonò al piano, “privatamente”, tutte le nuove canzoni evidenziandogli sin da subito il mood generale e la notevole diversità di stili. A causa di problemi diversi, ambientali e logistici, la band tornò ben presto in Francia per terminare di incidere il disco e, ancorché il titolo non fosse ancora noto, era già certo che, vista l’abbondanza di materiale, si sarebbe trattato di un doppio album.
Da parte sua Larkham (col suo designer di fiducia Mike Ross), tornato in California, iniziò a lavorare su un pieghevole a tre pannelli per il packaging e a delle illustrazioni singole interne diverse per ogni canzone da affiancare ai testi fornitigli da Taupin, via via che i pezzi venivano scelti e inseriti nella track list finale. Solo in estate venne finalmente informato che Goodbye yellow brick road sarebbe stato il nome definitivo dell’album e così iniziò il countdown per sviluppare rapidamente il concept per la copertina vera e propria.
Fu subito scartata l’idea di un dipinto del pittore Bryan Organ che aveva fatto un ritratto di Elton John all’inizio dello stesso anno, quindi era necessario trovare nuove idee. Larkham volò subito a Londra per discutere con il coordinatore grafico della casa discografica Steve Brown che gli aveva già accennato di essere stato positivamente colpito dall’illustrazione fatta dall’artista Ian Beck, usata per un’altra copertina (Wait Til They Change The Backdrop di Jonathan Kelly) che, in qualche modo, richiamava la dicotomia città/campagna evocato dal testo della title track del nuovo disco di Elton John.
Brown, addirittura, voleva acquistare ed usare proprio quella immagine ma, per ovvi motivi, non era una via percorribile. Si trattava quindi, in altre parole, di trovare un nuovo modo per evocare il concetto un po’ malinconico di qualcuno che lasciava la città per cercare di ritrovare la serenità in campagna, dopo il fallimento di un amore.
Da un’idea iniziale di Larkham (che lanciò l’idea di un uomo che guarda un poster su un muro) e dopo una riunione brain storming fiume, anche con Brown, Beck preparò delle bozze e le presentò agli altri due. La scelta definitiva ricadde sulla star inglese che strappa dal muro un poster con l’immagine di una campagna bellissima e da sogno ed accenna ad entrarci dentro come se fosse vera. Dietro al poster che sta per strappare si intravede un frammento della copertina dell’album precedente Don’t shoot me I’m only the piano player.
Per creare la figura di riferimento di Elton, Beck chiese aiuto a una sua collega illustratrice Leslie McKninley Howell che si prestò a fare da modella, affinché dalla foto potesse poi farne un disegno.
Nella versione finale Elton John, oltre al citato giubbetto porta ai piedi due zatteroni molto glam perfettamente in linea con il suo stile eccentrico, sia nella vita privata che sul palco. Per colorare le tre facciate, il disegnatore inglese utilizzò acquerelli su matita, pastelli di gesso e matite colorate. Fu un grande successo grafico visto che, nel 1973, la copertina di G.Y.B.R. fu considerata la più bella di tutte in Inghilterra, vincendo il premio dell’anno assegnato da Music Week (una sorta di Grammy di categoria).
Concludo evidenziando che, per l’ultimo tour d’addio, Beck è stato nuovamente ingaggiato da Elton John per rinnovare l’immagine originale e dargli una nuova veste. Come al solito, il lavoro risulta esteticamente notevole.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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