Prodotto del sud italiano, come un colorato frutto toccato dal forte sole, è Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce. Se da solista ha appena pubblicato il suo secondo album dal titolo Egomostro, in passato ha già collaborato in altri progetti quali Albanopower, Tempestine, Santiago.
L’esordio discografico di Colapesce, chiamato Un Meraviglioso Declino (42Records 2012), gli aveva regalato un significativo premio come la Targa Tenco come migliore opera prima. Dopo tanta gratificazione il progetto solista di Lorenzo non può che continuare a dare frutti sempre più succosi. E questo è il caso del suo secondo lavoro in studio con la collaborazione di tanti bravi artisti italiani come: Mario Conte alla produzione artistica, Vincenzo Vasi (Vinicio Capossela), Fabio Rondanini (Afterhours).
Il risultato è tutto da ascoltare in Egomostro, ben 14 canzoni di originalissimo nuovo pop. Ogni canzone si distingue per intimità, in quanto Lorenzo ama scrivere testi che non si allontanano di un centimetro dal suo stesso naso, tutto riguarda il suo personale modo di sentire la quotidianità, gli stereotipi di quei “maledetti italiani …maledetto me”. Uno sguardo al proprio universo che assorbe, riflette, rielabora in maniera critica il vivere socialmente sempre connessi.
Altro valore importante di Egomostro è l’essenzialità, anche se ci sono molti strumenti a suonare in ogni traccia, gli arrangiamenti sono asciutti, semplici, come nella migliore tradizione del pop italiano tracciata da Lucio Battisti e arrivata fino a Carmen Consoli, e all’ultima scuola romana.
Di canzoni belle, accattivanti ce ne sono molte, quella che ci stuzzica di più l’appetito musicale è Copperfield, un mix di ironica malinconia, suoni dal profondo sud che si mescolano ad archi dal gelido nord, indolente e pigra cadenza che ricorda l’esperienza solista di Damon Albarn.
Egomostro conferma le grandi doti musicali di Colapesce e rilancia la sfida artistica verso un’espressione ancor più matura e completa.
Claudio Donatelli