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Cetra…una volta @ Teatro Accademico, Castelfranco Veneto

Scritto da Francesco Bettin

la sua forza è certamente una forte leggerezza che riscalda e rasserena cuori e anime

Una finestra ampia sul quell’epoca italiana, e che epoca…quella del varietà, della rivista, omaggiando il Quartetto Cetra, simbolo di un’Italia purtroppo perduta ma che proprio grazie a uno spettacolo come questo riesce a recuperare atmosfere, canzoni, luccichii di un teatro “vivo”. E grandi autori, uno su tutti, Dino Verde.
E’ “Cetra…una volta”, di Toni Fornari, che è anche uno degli interpreti, i Favete Linguis, insieme a Stefano Fresi e sua sorella Emanuela, diretti da Augusto Fornari. Tutto in due famiglie, quindi, per un appuntamento che sta girando per i teatri d’Italia riscuotendo enorme successo, del resto non può essere altrimenti. Come, perché? Presto detto…la sua forza è certamente una forte leggerezza che riscalda e rasserena cuori e anime, e tutti sappiamo quanto ce n’è bisogno. E poi, è molto più che un tributo al celebre quartetto musicale, perché va presentando momenti storici di varietà, televisione e teatro d’epoca con grazia e raffinatezza, imperniando molto del testo sulla parodia, cavallo di battaglia dei Cetra, e di molti altri “personaggioni” dello spettacolo di quegli anni, dei Quaranta per intenderci, anzi dai Quaranta in su per essere esatti. Tutto si svolge in una scenografia accattivante e molto colorata, con al centro uno schermo tondo dove passano immagini e filmati d’epoca.

Quella che va in scena è un’Italia disastrata, ma pronta a reagire, rinascere. L’apertura è dedicata a “Concertino” e ci si infila subito in un atto d’amore vero e proprio verso il Quartetto, che era composto da quattro geniali artisti: Tata Giacobetti, Felice Chiusano e i coniugi Virgilio Savona e Lucia Mannucci.
I temi ripresi, attraverso le canzoni, i celebri successi come “Un disco dei Platters”, “Maramao perché sei morto”, “Ba ba baciami piccina”, o “Mille lire al mese” sono quelli che in qualche modo hanno determinato la crescita dell’Italia stessa, ovvero di come ad esempio si aggirava la censura, con un senso di innovazione creativa pronta a far alzare, in anni difficili, il livello culturale degli italiani che adesso sembrerà anche poco, ma che senza questa operazione chissà dove saremmo. Il tutto parodiando e facendo leva sulla satira, determinante, sostituendo aggiornandoli, alcuni dei testi e operando su di essi con riferimenti anche all’attualità. E non esagerando, come probabilmente in qualche altra occasione sarebbe successo, magari con certi attori brillanti o comici meno sensibili, meno attenti e professionali.
Il testo di Fornari dunque scorre via piacevolmente, ed è un eufemismo, con ritmi teatrali da record, un continuo prendere e riprendere battute, un rendere omaggio ai Cetra, alle “Bellezze in bicicletta”, a quell’Italia povera di denaro ma ricca di idee, di voglia di vivere, prima e dopo la seconda guerra mondiale. Un’Italia che per molti versi porta nostalgia, a partire dagli stessi filmati delle teche Rai, a una semplicità davvero che guardava oltre, che anticipava tempi e metodi (a partire dai balletti, oltre che dai brani musicali). I tre interpreti senza ombra di dubbio bravissimi, senza distinzioni, dimostrano doti vocali e attoriali delle quali immaginavo, conoscendo i loro percorsi artistici, artigiani dello spettacolo che è un vero piacere vedere sulla scena. E sullo schermo, oltre ai Cetra, Kramer, Lelio Luttazzi compare addirittura in una specie di scherzo persino Lillo (del duo Lillo e Greg). Un’ora e mezzo dunque di narrazioni di trucchi del mestiere, aneddoti, canzoni, dove uno dei momenti più alti probabilmente è l’attore smemorato che non sentendo bene il suggeritore cosa gli dice inanella strafalcioni linguistici quasi inenarrabili, e pieni di doppi sensi. Ed è altrettanto divertente il pezzo del grammofono rotto, che fa andar fuori di giri i brani, smorzandoli o vivacizzandoli. Come divertente e emozionante è l’aneddoto che vede coinvolti proprio loro tre a inizio carriera, emozionatissimi, al teatro La Chanson di Roma, ora chiuso, con Mannucci e Savona presenti in sala, andati proprio a sentire un primo omaggio ai Cetra. Grande il successo all’Accademico di Castelfranco, tale meritava di essere, in effetti.

“CETRA… UNA VOLTA” di Toni Fornari – con i Favete Linguis: Stefano Fresi, Toni Fornari, Emanuela Fresi
scene Alessandro Chiti, costumi Aurora Damanti regia Augusto Fornari
produzione Andrea Maia /Vincenzo Sinopoli A.T.P.R.
teatro Accademico, Castelfranco Veneto (Treviso)
17 novembre 2023

 foto di Marco Marani/Fotografix – Carpi (MO)

About the author

Francesco Bettin

Francesco Bettin nasce a Bassano del Grappa (Vicenza) nel 1962. Articolista dal 1980, comincia scrivendo e collaborando con quotidiani e riviste locali, formandosi in seguito prevalentemente su critica teatrale, esercitando anche quella cinematografica, qualche volta. Successivamente inizia a scrivere, sempre per diverse testate, anche online, di musica, facendo recensioni. Numerosissime sono le sue interviste pubblicate, da Monica Guerritore a Alessandro Haber, da Cristiano De Andrè a Laura Morante, Claudia Gerini ecc. Anche sul suo sito, olimpiainscena.it , scrive e pubblica, divulgando anche con mailing list, numerosi articoli, recensioni e interviste sia di teatro che di musica, assieme a un gruppo di fidati collaboratori. Pur avendo i requisiti non ha mai voluto diventare giornalista pubblicista.

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