Dopo l’omonimo ep Cambio Cane del 2015, la formazione modenese torna a far sentire la propria voce con l’album Due, registrato nel luglio 2017, che si caratterizza-rispetto al precedente- per una volontà di alleggerimento dei suoni e di semplificazione strutturale.
L’ideatore del progetto è Alessio Bellotto, che ha militato per diversi anni negli At the Soundawn, band post-hardcore/screamo tuttora in attività. Registrazione e mixaggio del disco sono stati curati da Riccardo Pasini dello Studio 73 di Ravenna, ad eccezione della batteria, registrata da Samuele Sarti al Wave studio di Caldine (FI).
Nove pezzi per un album vicino al post-britpop dei Kula Shaker (si ascoltino-su tutte- Resta qui, Sembra tregua e Un Dio che non ascolta), con radici solidamente piantate nel rock psichedelico californiano. Degna di nota Morricone, che sembra richiamare le sonorità desert rock di Valley of Rain, debut- album del gruppo musicale statunitense Giant Sand.
Due sembra trovare il punto di congiunzione tra alt-rok- anche nelle declinazioni italiane dei Ritmo tribale (Il Novembre di tutti i giorni) e degli Afterhours (Mare di cenere)- e moderno cantautorato (si ascoltino Non pensi mai e Notte Larga, che paiono rimandare al repertorio degli Scisma).
Tuttavia l’album indulge volontariamente ad una marcata omogeneizzazione sonora che lo inscrive a pieno titolo nell’orizzonte della liquid music, improntata, a livello testuale, al culto della décadence; emblematico il verso di Polvere, Quello che cercavi non c’è più/Quello che cercavi non c’è più ormai/ Quell’aria malsana non ti inghiotte né ti libera/E’ caduto dentro a una voragine più liquida.
Con Due i Cambio Cane ci consegnano un indie-rock a tinte psichedeliche, manifesto suggestivo del postmoderno.
Cambio Cane – Due
Con Due i Cambio Cane ci consegnano un indie-rock a tinte psichedeliche, manifesto suggestivo del postmoderno.