Interviste

Bruno Marini

La frase che più sentito dai grandi è: “mi dispiace non sono capace”. E torniamo al concetto del buon musicista che suona solo quello in cui eccelle e il resto si rifiuta di farlo.

Carissimo Bruno non so da dove cominciare questa intervista, perché dopo che ti ho scoperto e ascoltato, mi trovo di fronte a un genio del sax baritono con alle spalle non meno di 100 dischi!
 Genio? Assolutamente no. Ho avuto qualche intuizione, ma getterei nell’immondizia il 90% della musica che ho fatto. Se potessi rifarei, o meglio “non farei” un sacco di cose. Dei veri geni non butti via niente.

Oltre al sax baritono suoni l’Hammond in maniera magistrale. Doti naturali o profondi studi e anni di gavetta?  Considerando che sei del 1958 secondo me sei neanche a metà percorso quindi cosa farai ancora?
Sono soli doti e la fortuna di possederle. Non ho mai studiato. È un problema di molti talenti: visto che ti viene tutto facile, non perdi tempo a studiare. Considerando il fatto che ho iniziato a suonare solo perché non avevo nessuna intenzione di lavorare e non per un amore sviscerato per la musica, la situazione con l’età non può che peggiorare ahahah…

Tra le tue collaborazioni incredibili leggo Kenny Burrell, genio della chitarra, lo vidi a Bologna nei primi anni ’80 e subito mi avvicinai al suo stile. Cosa ci puoi raccontare di tutte le tue collaborazioni con questi mostri sacri?
La cosa principale che ho imparato dai grandi musicisti con cui ho avuto la fortuna di suonare, è che hanno delle priorità diverse da quelle dei musicisti scadenti. È straordinario come tutti i “mostri sacri” esprimano gli stessi concetti. Ognuno di loro usa parole proprie, ma la sostanza è la stessa. Quante volte ho sentito queste frasi: “è più importante quello che non fai di quello che fai” … “se hai il tuo stile, nel tuo stile sei il migliore al mondo” … “la differenza tra un buon musicista e uno scarso è che il buon musicista sa cosa gli viene bene” ecc… Le pause sono più importanti della tecnica, essere originali è meglio che copiare, essere consapevoli di quello che sai veramente fare bene… Concetti inarrivabili per i musicisti scarsi che preferiscono parlare di tecnica o elogiare gli imitatori. Per i mediocri sembra che saper suonare (malaccio) un po’ di tutto sia un risultato eccellente. Al contrario la frase che più sentito dai grandi è invece: “mi dispiace non sono capace” … E torniamo al concetto del buon musicista che suona solo quello in cui eccelle e il resto si rifiuta di farlo.

Suonare il sax baritono non è una cosa facile, come poni questo strumento così massiccio all’interno del jazz o blues?
E’ uno strumento goffo e pesante. Essendo così grande necessita di una colonna d’aria superiore agli altri sassofoni. in altre parole ha meno volume. E se vuoi più potenza “gratta” e non puoi ottenere un suono leggero come piace a me. Quando suono il sax alto, musicisti e pubblico sono sorpresi dalla mia potenza di suono, ma naturalmente questa è dovuta al fatto che abituato al sax baritono fatico molto meno. Mi sono spesso domandato: se musicisti come Parker e Coltrane avessero suonato il sax baritono, avrebbero fatto la stessa rivoluzione nella storia del Jazz che sono riusciti a fare suonando il sax alto e il sax tenore?

Durante una pausa del tuo live, mi hai chiesto se ero anche un musicista oltre che fotografo, e abbiamo sfiorato il discorso della musica elettronica. Ora ti chiedo se il tuo sax baritono ha suonato la musica elettronica e cosa ne pensi
Ho collaborato con dj, produttori e musicisti che suonavano i sintetizzatori. Sono sempre stato attratto dalla sperimentazione e dalla musica elettronica.

Qualche aneddoto da raccontare ai nostri lettori di SOund36 ce lo puoi raccontare? Il primo che mi viene in mente è stato il tuo rapporto con Bobby Solo.
Bobby Solo è un eccellente chitarrista Blues oltre a essere un cantante fenomenale. Lo conosco personalmente da oltre 20 anni. Ho registrato solo album di Blues con lui. Tutti registrati in un solo pomeriggio. Non ha mai fatto un secondo take. Senza provare i brani erano tutti “buona la prima” …

La tua forza interpretativa è considerata superlativa, a volte imprevedibile, ma da una personalità stilistica pulita, un’anima nera. Supportato sempre da una ritmica incessante che non dà scampo a nessuno. E questo mi ha fatto impazzire di gioia.
Anche quando suono Free Jazz mi piace sentire la pulsazione ritmica. Considero fondamentale l’imprevedibilità.

Come scegli i musicisti?
Come hai sentito, la mia ritmica ideale è costituita da basso e batteria senza strumento armonico. Pianoforte e chitarre mi legano armonicamente e mi tolgono dinamica. Deve essere “una ritmica incessante che non dà scampo a nessuno” come tu l’hai definita. Pretendo anche dai miei musicisti che conoscano un sacco di brani, visto che non preparo mai un programma (scaletta). Mi piace salire sul palco e non sapere più del pubblico quello che suoneremo. Ritengo fondamentale il fatto di amare le stesse cose. La musica e il sesso non funzionano se devi raggiungere un compromesso.

Oltre la tua discografia infinita, per l’anno che verrà cosa ci farai trovare o sentire? Carissimo Bruno grazie per il tempo che ci hai dedicato, spero vivamente di ritrovarti e di farmi travolgere dal tuo treno a vapore.
Verranno pubblicati nel 2024 altri singoli con Bobby Solo e varie collaborazioni con altri musicisti. Per quello che riguarda i miei album come leader, sinceramente non posso sapere cosa farò. Come ti ho detto decido tutto all’ultimo minuto…

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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