Interviste

Alessandra Contini, Intervista

Dopo Il Genio Alessandra Contini è pronta a rilanciarsi come solista

Resa celebre nel 2008 quando militava ne Il Genio, oggi ritroviamo una Alessandra Contini rinata, pronta a rilanciarsi come solista. Merito di un disco “Continentale”, che tra atmosfere retrò e la modernità dell’elettronica, sa risultare autentico e sincero. L’11 Gennaio abbiamo realizzato questa intervista tra le mura del Babilonia di Pescara, un locale che si sta dimostrando attento e vigile nei confronti della musica di alta qualità.

“Continentale” è il tuo primo disco solista. Vuoi parlarci del percorso che ti ha condotto alla sua creazione?
Sono partita dal lasciare, in primis, tutto quello che stavo facendo, ritrovandomi con il bisogno di prendermi del tempo. Ho intrapreso, quindi, un percorso di silenzio. Dopo un anno e mezzo ho capito che volevo fare qualcosa di totalmente mio. Un giorno ho deciso che dovevo ricominciare daccapo, rinunciare a tutto quello che avevo scritto in passato, iniziando così a dar vita all’album.

Il titolo del disco richiama indubbiamente il tuo nome, ma cosa si cela dietro la scelta di chiamarlo così?
Non sapevo come chiamarlo, proprio perché volevo dargli un nome importante. Molto più semplicemente una sera un amico mi ha suggerito il titolo Continentale, una parola che ha all’interno il mio nome e il mio cognome. Mi ha suonato subito benissimo.

Che influenze troviamo nel disco?
Quando ho iniziato a lavorare a questo album ho chiamato come produttore Giovanni Calella e ci siamo molto confrontati soprattutto sul discorso emotivo, più cha sul dare un’idea precisa di spunti e riferimenti musicali. Di sicuro volevo creare un prodotto confidenziale e intimista. Si sente, secondo me, un’attitudine un po’ simile, con i dovuti paragoni, a quella di David Byrne, la sua ricerca ritmica e l’estetica delle percussioni nei suoi lavori.

E’ inevitabile non parlare de Il Genio: come vi colse la fama ai tempi di “Pop Porno”?
Ci colse di sorpresa, perché noi non avevamo neanche un contratto discografico all’epoca. Quello arrivò subito dopo aver messo il brano in rete. Siamo uno dei primi figli dei social network. Sulla piattaforma myspace caricammo la canzone e pensavamo ci fosse un errore nel counter, in quanto nel giro di pochi giorni pareggiamo, come visualizzazioni, gli ultimi successi di Jovanotti o Meg. La rete ci ha scelti, come ci scelse, successivamente, la Cramps Records.

Com’è il tuo rapporto col web e con i social oggi?
Terribile. Non amo particolarmente stare dietro i social, tant’è che spesso posso sembrare distaccata, ma in realtà ho dovuto togliere le notifiche ai messaggi, avendo ricevuto richieste particolari o videochiamate in piena notte. Trovo sia un mondo alle volte troppo invadente.

Che tipo di spettacolo proporrai stasera? Puoi darci qualche anticipazione?
Questa sera sarà la prima data in cui suoneremo il disco in duo, perché solitamente il live è in trio: io sono sia al basso che al piano, poi c’è Marco Ancona alla chitarra e un batterista, che stavolta sarà sostituito da un i-pad (risate, ndr). Tutti mi dicono che dal vivo il suono è un po’ più Rock, rispetto al disco che è molto più morbido.

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Giovanni Panebianco

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