SUONI MOBILI
VIOLONS BARBARES
Dandarvaanchig Enkhjargal (canto diplofonico e Morin Khuur), Dimitar Gougov (gadulka) E Fabien Guyot (percussioni)
Come anticipato la scorsa settimana abbiamo seguito il percorso della rassegna SUONI MOBILI organizzata da MUSICAMORFOSI e siamo stati inghiottiti in un enorme contenitore di suoni e melodie, storie antiche e leggende, insieme a “MOSTRI E FANTASTICHE CREATURE” (ultimo progetto discografico).
Un trio con storie vissute molto diverse; Dandarvaanchig un abitante della Mongolia, studi di conservatorio a ULAAN BAATOR, ma anche un nomadismo di famiglia nella taiga con i cavalli, arrivato poi in Germania dove vive tuttora. Fabien, francese, con studi classici a Nizza è la scintilla che illumina la strada delle percussioni e della musica del mondo, Dimitar, nato in Bulgaria, circondato dalla musica tradizionale del suo paese di origine trova il suo percorso con lo studio del gadulka.
Ci accolgono in un piccolo teatro, molto raccolto nel centro di Legnano(MI), parte lo spettacolo!
Questo tipo di musica è molto particolare, ha delle storie, delle leggende che la supportano, ogni brano è una storia che rimarrà nelle menti di chi ascolta e verrà tramandata. Il supporto vocale dei tre componenti è fondamentale per “posizionare” geograficamente alcuni dei brani. Il canto diplofonico (per i più giovani il riferimento è Demetrio Stratos..) posiziona immediatamente il brano in un paese Asiatico, di solito la Mongolia. Il suono del gadulka ci porta immediamente in quelle regioni dell’est dove la musica, anche quella Klezmer, risuona. Le percussioni hanno un incedere ipnotico che ritroviamo anche nelle musiche del Magreb.
Una serata con un trio di musicisti che ci hanno fatto fare il giro del mondo!
MUNEDAIKO Mugen, Naomitsu e Tokinari Yahiro
Come detto poco sopra il percorso di SUONI MOBILI è costellato da eventi che portano gli spettatori a seguire orme che sono poco convenzionali. Dopo la serata con il trio Violons Barbares, le orme ci portano al parco del palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno.
Un palco inconsueto, grandi e piccoli tamburi fanno sfoggio delle loro pelli bianche sapendo che a breve verranno percossi duramente. Un trio di artisti italo-giapponesi ci conduce in terra sacra con suoni ripetitivi che esprimono la forza di un rito.
Nulla può fermarli e nulla può interrompere questo rito. Un silenzio che è difficile ottenere ad un evento, anche gli spettatori più piccoli (piccoli, piccoli..) rimangono a bocca aperta facendosi spettinare dalla potenza del suono dei tamburi. Tre fratelli che ci hanno condotto sulla via catartica del rito sacro.
Grazie a Musicamorfosi, agli artisti e ai vari assessori dei luoghi che abbiamo visitato per aver dato la possibilità a molti di fruire di spazi inconsueti.
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