Cammino perdendomi nei vicoli romani che conosco da sempre
Cambiano i negozi le facciate delle case sono ripulite anche la fauna urbana è diversa
Ma i volumi che mi circondano gli odori i sampietrini con le buche quelli non cambiano li riconosco come miei
Lo sguardo scivola sulle vetrine senza soffermarsi ho paura di rimanere delusa ho paura che mi scollano da questo abbraccio urbano
Svolto su via dei Chiavari una poltrona attrae il mio sguardo una tripolina in cuoio blu
Timidamente spingo la porta a vetri ed entro in un mondo materico fatto di pezze di cuoio macchine da cucire attrezzi disposti ordinatamente sul muro
Dario è un creativo un artigiano che da moltissimi anni lavora il cuoio con passione mi racconta quello che fa
Mi scalda il cuore starlo ad ascoltare
In questo mondo dove tutto è proposto in maniera così virtuale ho bisogno di sentire con il tatto con l’olfatto con la vista un atto creativo
Esco contenta per strada ora per me ancora più familiare
Continuo a camminare innamorata mi guardo attorno con una diversa attenzione
Un poco più giù un’altra vetrina bizzarra piena di libri di fotografia
Oneroom si chiama questo piccolo interessante spazio
Stefano mi accoglie con la mascherina di ordinanza
Non è un negozio ma uno spazio di condivisione di idee attraverso libri di fotografia che lui ha racimolato durante gli anni
Stefano inizia a spiegare il percorso che ha creato
Un percorso tortuoso diviso in cinque scaffali un’analisi dettagliata di quello che è successo e di quello che sta succedendo tramite una visualbibliography
In alto un omaggio a Dante con i libri sull’inferno della guerra poi il purgatorio e poi il paradiso simboleggiato da una serie di fotografie di aeroplanini di carta
In basso Antropocene l’era dell’antropizzazione del mondo una serie di foto di pietre raccolte in zone di guerra che nella loro composizione hanno assorbito residui di elementi chimici delle bombe
Di fronte a me una carta velina strappata appositamente in più punti nasconde parzialmente alcuni libri è la rievocazione del muro di Berlino e di muri virtuali che ci sono oggi
Una fotografia attrae il mio sguardo è una bottiglia di plastica da mezzo litro con l’etichetta strappata piena per tre quarti di un liquido giallo
Una rappresentazione figurativa della velocità a cui siamo sottoposti dagli algoritmi
La bottiglia è la pipì di un corriere di Amazon
La mostra su Klimt la andrò a vedere un’altra volta
Torno a casa soddisfatta