Ci guardiamo negli occhi, lui e io, immobili.
Intorno la bassa macchia mediterranea, più in là, oltre la rupe, il mare ormai violaceo.
Il sole sta calando, la luce obliqua crea un alone di mistico incontro.
Lui, bellissimo ai piedi di un basso pino, il manto beige coperto da piccole macchie bianche, porta come un re i suoi rami di corna.
La testa eretta, leggermente voltata verso di me, il muso perfetto, mi osserva.
Non so cosa vede, non so come mi vede, ma mi guarda fisso.
Maestoso re di Rodi, daino dalle proporzioni perfette.
Io sono lui e lui è me, tra mirto, timo e rosmarino in quest’attimo di fine giornata.
Non oso muovermi, non oso respirare, non oso interrompere questa dolce connessione.
Un folata di vento tra le fronde dei mirti, l’urlo di un uccello e il dama dama con un balzo scompare nella bassa boscaglia.
Damadama
Io sono lui e lui è me, tra mirto, timo e rosmarino in quest’attimo di fine giornata