Il prode Magawa
Mi chiamo Magawa, sono un ratto gigante
E nella mia vita ne ho viste proprio tante.
In Cambogia ho esercitato una professione assai singolare
Individuavo le mine, andandole a sniffare.
Rapido e scattante con il mio infallibile fiuto
Agli esseri umani ho dato grande aiuto.
Già perché gli uomini si comportano da mentecatti
E poi tocca trarli d’impaccio a noi, poveri ratti.
Non era questo, però, il sogno che serbavo nel cuore,
A Bollywood sarei voluto andare a far l’attore.
Mi recai da mio padre per comunicare la mia decisione,
Mi disse con occhi tristi e mesta rassegnazione:
“Figliolo le tue aspirazioni metti a tacere
E cambia decisamente il tuo mestiere.
Talmente idiota è l’umana gente,
Da non riuscire a imparare proprio niente.
Così gli stessi errori continua a perpetrare
E da millenni non fa che rubare e guerreggiare.
Le mine e le armi sono così tante
Da garantirti cibo abbondante.
Non dovrai mai sbarcare il lunario
O faticare per avere un salario”.
Ora sono morto, sono in paradiso e sto da dio
Mangio, recito e faccio tutto a modo mio.
Qui siamo in pochi, prevalentemente del genere animale,
Giacché quasi tutti gli umani bruciano nel girone infernale.
Poesia di Red Sheep
Copertina di #eineBerlinerin