Vasco, Il male è un saggio sul trionfo della logica dell’identico come cita il sottotitolo.
Scritto da Alessandro Alfieri, ricercatore in Scienze Sociali e Filosofiche presso l’Università Roma Tor Vergata e il critico musicale Paolo Talanca è un’amara riflessione su un artista che nel bene e nel male ha condizionato intere generazioni.
La tesi qui sviluppata parte dal presupposto che sono i miti con il loro atteggiamento, le loro parole e, perché no, le loro canzoni a formare le menti.
Il libro edito da Mimesis è suddiviso in due parti, nella prima Le Canzoni, Paolo Talanca analizza come sia nata la rock star e come soprattutto come nella prima fase della sua lunga e trentennale carriera abbia prodotto belle canzoni, canzoni di rottura rispetto al bel canto italiano, divenute negli anni dei simboli per tutti coloro che si sono identificati nell’artista, quelli che non dormono mai perché conducono una vita spericolata, ma soprattutto per coloro che da sempre si sentono ai margini della società e del sistema, quelli che potremmo identificare come dei vinti.
È proprio da questi pochi elementi che nasce la fenomenologia Vasco. I suoi fan si identificano in lui perché lui è veramente “uno di loro, uno vero”.
Vasco non ha bisogno di mistificare, si presenta per quello che è, un ragazzo cresciuto in un piccolo paese, non particolarmente avvenente, né musicalmente dotato che però ha deciso di salire su di un palco per dire la sua. Le sue canzoni parlano alla pancia di chi le ascolta e per diversi anni la sua musica ha veramente fatto la differenza nel nostro paese ed è tutt’ora uno dei pochi che riesca a riempire gli stadi italiani al pari delle rockstar d’oltralpe.
Quello che però per Talanca è palese, è come negli anni dal punto di vista artistico Vasco si sia seduto e la sua vena creativa si sia esaurita. I testi sono divenuti tutti simili tra loro e il qualunquismo ha iniziato a impadronirsi del suo lavoro. Ogni album contiene uno, due brani studiati per le esibizioni live, dove il Blasco da il meglio di sé, ma con testi poco interessanti e per il resto nulla di nuovo all’orizzonte.
La seconda parte L’immaginario invece è affidata ad Alessandro Alfieri che direi, è colui che fa un’analisi più spietata perché cerca di analizzare quale sia stata l’influenza del ragazzo di Zocca sulla società italiana e ciò che ne scaturisce sicuramente è un quadro desolante. Con Vasco Rossi ha vinto la logica del divertimento e dell’eccesso come unica ragione di vita. Nessuno è responsabile per ciò che gli accade intorno, ognuno pensa solo a se stesso. Alfieri accusa Vasco di essere responsabile della deriva del paese, Vasco non meno di molti influenti politici che, con il contributo di una tv sempre più becera e superficiale, hanno governato negli ultimi vent’anni condizionando negativamente il gusto e la morale del nostro paese. Anzi, conclude Alfieri, Vasco non è elemento tra gli elementi, perché è quello più originario e duraturo.
Vasco, Il male
Alessandro Alfieri e Paolo Talanca
Mimesis editore
130 pp. – 12.00 Euro