Probabilmente se non fosse esistito un uomo chiamato Nanni Ricordi (all’anagrafe Giovanni Carlo Emanuele Ricordi discendente diretto della più nota e famosa casa musicale italiana dall’800 a oggi) non ci sarebbero stati molti dei “cantautori” degli anni d’oro della musica leggera italiana. Gino Paoli, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Enzo Jannacci, Francesco De Gregori ma anche Paolo Conte e Fabrizio De Andrè devono questa definizione al fortunato incontro con Nanni Ricordi che ha saputo tirare fuori da ognuno la più profonda personalità, credendo in loro, anche contro l’opinione corrente che li voleva ai margini, e ottenendo la loro presa di coscienza di essere degli autori veri. Di fatto aveva intuito per ognuno di loro, prima ancora che se ne rendessero conto, quello che sarebbero divenuti di lì a poco. I cantautori della musica italiana nascono proprio in virtù dell’incontro tra questo splendido “discografico” sui generis e questi talenti enormi cui ancora nessuno aveva fatto caso.
Dal libro, edito da Excelsior 1881, attraverso le più svariate testimonianze del mondo della musica classica e leggera, viene fuori il ritratto di un uomo che coniugava in sé le più svariate virtù e se vogliamo tutte quelle caratteristiche che un discografico deve possedere idealmente se vuole veramente creare qualità nella produzione di un cantante: passione, amicizia, forte determinazione nel credere nel progetto, competenza musicale. Ecco Nanni era tutto questo. Non una testimonianza nel libro tace questo aspetto eclatante.
Nel Volume, oltre agli scritti autobiografici inediti, vi sono anche racconti di tanti altri amici e collaboratori che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui. Perché la sua attività è stata lunga e poliedrica. Nel 1954 ha un’esperienza importante nella SIAE prima di partire per gli Stati Uniti e approfondire le conoscenze nel settore del diritto d’autore. In America ha anche l’occasione di conoscere il mercato discografico più importante di quell’epoca, cogliendone i tratti pragmatici e coniugandoli con una sfrenata e personale passione per la musica che lo porteranno, una volta rientrato in Italia, a creare un modo del tutto nuovo di fare e produrre musica. La svolta avviene nel 1957 quando viene incaricato da Ricordi a Milano ad assumere la direzione della storica etichetta Dischi Ricordi.
Il primo disco che viene pubblicato è la Medea di Cherubini con l’interpretazione di Maria Callas (la sua prima pubblicazione discografica). Da qui in poi iniziò la leggendaria produzione di tutti i maggiori cantautori italiani. La sua casa era sempre piena di gente, di artisti, di autori ormai affermati e di quelli che ancora non sapevano d’esserlo. C’erano serate leggendarie in cui si poteva trovare De André cantare con la chitarra nel salotto proprio come può avvenire tra amici davanti a un falò estivo. Tutti passavano per quella casa di Milano per far sentire al loro amico “discografico” le loro nuove opere e ricevendone in cambio critiche, aggiustamenti ma soprattutto una fede incrollabile nei loro confronti che li ha aiutati tutti a diventare quello per cui erano nati: “cantautori”. La sensazione che si ha leggendo tutte le testimonianze riportate nel libro è di trovarsi di fronte a un uomo raro anzi rarissimo, che ha saputo coinvolgere tutti quelli che hanno lavorato con lui e per lui in maniera naturale, divertendosi e condividendo il messaggio di umanità ormai dimenticato nel mondo della musica. Nanni Ricordi ha avuto un ruolo fondamentale nella promozione della musica leggera italiana, non solo per aver scoperto molti artisti ma per averne stimolato la creatività investendo prima di tutto sull’autore piuttosto che sul “personaggio” con estrema lungimiranza.
Gianluca Nicastro (14.3.10)
Ti Ricordi Nanni?
Claudio Ricordi
Edizioni Excelsior1881
pp.248, € 21,50