Non so se riuscirò a raccontare con le parole quello che ho sentito in questi giorni al Primavera Sound di Barcellona. Una cosa è certa: proverò a trasmettere tutte le belle emozioni che mi hanno accompagnato in questo straordinario viaggio musicale, segnato da concerti che seconde me rimarranno nella storia della Musica, tanto sono stati belli e intensi. Al Primavera Sound, quest’anno alla sua 15esima edizione, c’è stato tutto il Mondo ad ascoltare ogni tipo di musica in ogni angolo del Parc del Forum e anche oltre, ed è andato tutto bene. Prima di continuare apro una doverosa parentesi per complimentarmi con l’organizzazione del festival perchè con tutto l’afflusso di gente che c’è stato (176mila ingressi totali) riuscire a far andare tutto liscio non è cosa facile. Certo qualcosa di migliorabile c’è sempre da trovare ma ci sono state tante cose fatte davvero bene, come il lavoro svolto dall’ufficio stampa italiano del festival, A Buzz Supreme e Sfera Cubica, sempre presenti e disponibili per ogni esigenza.
Secondo me i momenti più alti del Festival sono stati entrambi i concerti di Patti Smith, nel primo ha celebrato il 40esimo anno di “Horses”, l’album che l’ha resa una leggenda, suonandolo nella sua interezza. Il secondo l’ha tenuto dentro uno stracolmo Auditorium che l’ha più volte omaggiata con standing ovation e invasione sottopalco, momenti che rimarranno indelebili nella mia memoria.
Come hanno detto le Sleater-Kinney dopo aver ascoltato qui Patti Smith “Ci sentiamo davvero rinate dopo aver ascoltato Horses di Patti” e come darle torto?!. L’atmosfera devo ammettere che l’hanno tenuta alta anche loro, dopo dieci anni sono tornate insieme con “No Cities To Love” e chi si aspettava l’effetto successo legato alla “nostalgia del ritornare insieme di una band” è presto smentito. “Le ragazze” sono tornate con tutta la loro passione, il loro sound è riconoscibile in ogni nota eppure riesce a diventare sempre diverso e non ti annoia mai.
E poi arrivano i tedeschi Einsturzende Neubauten, i precursori di esperimenti sonori, che propongono il loro “Lament”, un album in cui Blixa Bargeld e la sua band propongono in musica la Prima Guerra Mondiale. Favolosi.
Ad attendere The Thurstoon Moore Band c’è una platea che freme,e appena Mr. Moore entra in scena con i suoi pantaloni rossi arriva l’esplosione del pubblico che apprezza “The Best Days” il suo album solista che insieme alla sua superband riesce a creare distorsioni e suoni tanto cari ai Sonic Youth. E il pubblico si scatena.
Un altro tuffo nel passato l’ho fatto con il concerto di Giant Sands. Che forza il suo “rock desertico” che tanti anni fa mi ha conquistato il cuore!
Dovevo immaginarlo sin dal primo giorno che questo festival sarebbe stato esplosivo. Fin da quando mi sono seduta ad ascoltare il mio primo concerto qui al Primavera Sound, quello di Panda Bear. L’elettronica incontra il pop ed insieme alle immagini proposte finisco per rimanere ipnotizzata (come tutta la platea) da questa piacevole ondata di suoni, immagini e colori.
Si continua con la leggenda fatta persona del Krautrock, Hans-Joachim Roedelius, uno dei più importanti compositori di musica contemporanea d’avanguardia, i cui suoni minimali del pianoforte uniti a quelli provenienti dal computer hanno dato un tocco di poeticità unica.
E non finisce mica qui, si continua con Swans, Shellac, Spiritualized, The Replacements, Tori Amos, Strokes, The new Pornographer, Disappears, Silvan Esso, Underworld e la lista potrebbe continuare quasi all’infinito comprendendo anche tutti i nuovi gruppi del Primavera Pro. Nei prossimi giorni troverete sulle nostre pagine uno special video sui gruppi italiani che hanno partecipato a questa edizione: Fabryka, Denis The Night & The Panic Party e The Shalalalas.
Il Primavera Sound si conferma ancora una volta come il Festival più importante che ci sia, sono già uscite le date in cui si terrà l’edizione del prossimo anno (1-4 giugno 2016), io se fossi in voi un pensierino a non perdermelo lo farei.