Silvio Brambilla è un musicista, un tecnico del suono e tante altre cose ma soprattutto libero da vincoli. E’ da questa consapevolezza che nascono tutti i tuoi lavori?
In passato ho avuto modo di essere sotto contratto con alcune etichette discografiche, anche major. Ad onor del vero non sono mai stati contratti iper vincolanti, ma rimaneva sempre e comunque il controllo, piú o meno soft, sul prodotto finale, e spesso non c’era nessun margine di scelta sulla veste grafica, piuttosto che sui tempi di uscita o sulla promozione (quando c’era ). Sotto il versante delle royalties, poi…. Essere liberi da vincoli, al margine appunto, se da una parte ti espone economicamente, dall’altra ti rende autonomo nelle decisioni. Il fatto poi che il mio lavoro sia il tecnico del suono e di avere uno studio personale facilita non poco! Riesco cosí a sviluppare le idee in musica senza pressioni di nessun genere!
Nel tuo nuovo lavoro “Al Margine” ti occupi di molti temi ignorati dai mezzi di comunicazione, ci fai qualche esempio?
Si, nel disco ho voluto dar voce, secondo il mio pensiero, a certi temi che mi colpiscono particolarmente. Magnifico Messere, ad esempio: chi di noi non ne ha uno che ci amministra (o dovrebbe farlo)? E quanti di questi Messeri vengono messi di fronte ai loro fallimenti rispetto alle innumerevoli promesse non mantenute? E da quali organi di informazione? O il dramma dei centri di accoglienza…Ne sentiamo parlare solo quando succede qualcosa di eclatante, ma del degrado nel quale costringiamo a vivere migliaia di esseri umani, chi ne parla? Sono solo buone occasioni per facili propagande politiche. Oppure la tragedia della centrale di Fukushima…Guai a parlarne! O l’emarginazione nei confronti dei “diversi” o i poveri… Se ci pensi bene, ci sarebbe materiale per svariati cd!
E’ dedicato a Yung Soon Chiara Capanni…
La sorella che non ho mai avuto, compagna di innumerevoli tournèe e amica insostituibile, nonché pianista sopraffina. Una presenza che ci ha lasciato troppo presto, che ha lottato come un gladiatore fino all’ultimo. Un vuoto che non riesce a colmarsi…
Musicalmente parlando il tuo ultimo lavoro si discosta completamente dal precedente inTErazioni?
inTerazioni era la colonna sonora di un balletto, dove avevo provato, secondo me con successo, a coniugare le esigenze coreografiche con i miei gusti musicali e sonori, mantenendo uno spirito rock ma con sonoritá anche sinfoniche.
In inTerazioni l’elettronica la fa abbastanza da padrona. In Al Margine sono tornato alla musica suonata (a parte inCodaremix, che é un autoremix, appunto, di un brano di inTerazioni), e anche a livello compositivo sono stato evidentemente meno vincolato da esigenze altrui.
Sei sempre alla ricerca di sonorità nuove ed estreme?
Guarda, per me la ricerca é importante, ma non fine a sé stessa. Se il suono di un pianoforte risolve un pezzo, ben venga, cosi come il rumore di una motosega. Basta che sia funzionale alla riuscita del pezzo, a quello che cerco di comunicare.
“Al Margine” vede la collaborazione di molti noti musicisti toscani, ce ne parli meglio?
Si, é una cosa della quale sono orgoglioso, e nutro profonda gratitudine nei loro confronti. Facendo il lavoro che faccio, mi trovo inevitabilmente a contatto con tantissimi musicisti, di qualsiasi estrazione. E con molti di loro si é instaurato un rapporto di amicizia. La cosa é stata molto semplice: io immaginavo un certo performer in un determinato pezzo, ce lo vedevo proprio, mi sarebbe piaciuto…E allora ho preso il telefono e….Ecco qua Al Margine! E la cosa ancora piú bella é stata che non importava se uno é jazzista, classico o elettronico. Tutti hanno dato il loro contributo con entusiasmo, mettendo la loro arte, la loro bravura, a disposizione del pezzo che suonavano. Questo é per me lo spirito giusto per fare musica! L’arte é arte a prescindere dai generi!
Annalisa Nicastro