Salvo Lazzara è conosciuto come un chitarrista preparato ed eclettico nel panorama italiano. Fece parte dei Germinale, una band famosa nel panorama Rock Progressive italiano, quindi con un suono anni ‘70 influenzato da psichedelia e virtuosismi. Ed è proprio da queste influenze ma anche e specialmente dalle sue ricerche personali che negli anni lo hanno portato a spaziare in suoni che derivano da culture diverse, che decide di creare il progetto Pensiero Nomade.
Con il terzo album Materia e Memoria, Salvo entra ancora di più all’interno di una sperimentazione minimale mischiando suoni etnici e digressioni che a volte potrebbero ricordare i King Crimson del periodo Fripp minimalista. Suoni eterei che potrebbero essere inseriti all’interno di un ipotetico viaggio, a colonna sonora di pensieri ed immagini.
Mi colpisce sicuramente di Salvo la necessità quasi di dover nascondere la sua chitarra per dare come spazio al concetto di gruppo, di brano corale che è percepibile benissimo nel calderone di suoni, un magma sonoro quasi perfettamente orchestrato ed ascoltabile nel brano Lontano da Casa. Per tutto l’album la presenza della tromba di Luca Pietropaoli porta le sonorità in una specie di improvvisazione jazz e blues che dà la sensazione di enormi spazi aperti, di enormi solitudini specialmente nel brano di apertura Alla Deriva. Nel brano Senza Radici esce perfettamente quel suono “frippiano” che pervade un po’ per l’intera opera.
Sicuramente un album complesso, pieno di sonorità non facili da gestire. Quell’ambient music o minimalismo dove spesso le creazioni di Salvo si posizionano, non sono così di facile ingresso e richiedono una lunga decodifica. La cosa può essere un pregio o no, però sicuramente allontana dall’ascolto chi vuole magari entrare all’interno di queste sonorità. Sicuramente chi naviga in questi suoni troverà nutrimento per le sue orecchie, perché nei brani di questo album c’è sicuramente una enorme professionalità di grandi strumentisti ed esploratori di suoni. Però può accadere che mentre si cerca e si analizzano sentimenti e sensazioni cercando di descriverli, come può essere per un quadro, una foto od una illustrazione, si rischia di cadere nella confusione di sensazioni non gestibili.
Materia e Memoria è un bell’album per chi sa gestire questi suoni e sa guidarli nelle sue energie emozionali. Per gli altri rischia di essere non omogeneo e forse a volte confuso senza una linea guida od una emozione da incanalare.