Partiamo dal vostro nome, come mai avete scelto Saint Lawrence Verge?
Saint Lawrence Verge rappresenta l’orizzonte mistico in cui si muovono le nostre creature. Letteralmente significa “l’orlo di San Lorenzo”, e indica il punto sottile in cui, nella notte di San Lorenzo ad Agosto, le stelle muoiono e si fanno mortali, e in cui umano e celeste, mortale e immortale, sono sullo stesso piano, in una sorta di momentaneo panteismo figurativo. Questa è un’adeguata rappresentazione metaforica del tipo di misticismo che pervade, origina e contiene le nostre canzoni, dalla musica ai testi; abeti e galassie, luce e cadaveri.
I generi musicali in cui spaziate quali sono?
Abbiamo tutti e tre gusti abbastanza diversi anche se alcuni generi o artisti sono gli stessi; a tutti noi piace l’industrial (Mz.412, Current 93 ecc.), il dark dei Joy Division e il folk, personalissimo, di De Andrè, Matt Elliott, Hexvessel e Death In June, passando anche per la psichedelia anni ’70.
Avete prodotto il vostro debut album “This is the way”, da quanto tempo ci state dietro?
Abbiamo lavorato alla composizione dell’album per un anno circa, invece per le registrazioni e il mix sei mesi più o meno.
I testi delle vostre canzoni rispecchiano la vostra attitudine musicale?
Assolutamente sì. Le musiche sono strettamente correlate ai testi. Nel prossimo album il legame sarà ancora più stretto, con liriche e trame sonore tornite in simbiosi.
Cosa volete far arrivare a chi vi ascolta?
Un invito a percorrere il sentiero che porta all’ Orlo, quell’attimo figurativo in cui il mortale e l’immortale quasi si toccano; dove il misticismo è palpabile, e il tempo galleggia. Questo disco non è altro che una traccia, e un catalizzatore. Enter the hive.
Annalisa Nicastro