Uno dei temi intorno ai quali la musica ha girato, da sempre, è quello delle varie fasi dell’amore (innamoramento, relazione, separazione). La maggior parte delle canzoni purtroppo ne parla molto spesso in modo banale e scontato e così, quando ci si imbatte in un pezzo che ancora ci riesce ad emozionare, noi di SOund36 siamo in prima fila per proporvi di ascoltarlo, o riascoltarlo. Il brano di questa “puntata” è I’m so happy I can’t stop crying di Sting, tratto dall’album Mercury Falling (del 1996), che personalmente ritengo fra i suoi dischi migliori.
Qui l’ex leader dei Police affronta il problema spesso drammatico e ormai molto diffuso del divorzio, ma lo fa a modo suo, con un mood tutt’altro che malinconico. Melodia e ritmo scelti suggerirebbero, infatti, più un testo gioioso ma la ragione di questa scelta apparentemente paradossale è forse “nascosto” nel finale della storia che racconta.
Il personaggio è un uomo che racconta, passo dopo passo, la sua vita ormai da separato. Rincontra la moglie che gli racconta come i figli, nonostante tutto, stiano bene e che ha perfino l’ardire di chiedergli come si sente, pur augurandogli di essere felice. Lui a questo punto non può fare a meno di risponderle in modo sarcastico…
Seven weeks have passed now since she left me
And she shows her face to ask me how I am.
She says the kids are fine and that they miss me,
Maybe I could come and babysit sometime.
She says “Are you ok? I was worried about you,
Can you forgive me? I hope that you’ll be happy.”
I said “I’m so happy that I can’t stop crying,
I’m so happy, I’m laughing through my tears.”
Arriva l’incontro con un amico, preoccupato per la sua “nuova vita”, che ammette di sapere che la sua ex in realtà ha un altro uomo. L’avvocato invece – che ironicamente chiama “il Signor Buone Notizie” – gli comunica di aver ottenuto la custodia congiunta e la separazione legale
I saw a friend of mine. He said “I was worried about you,
I heard she had another man. I wondered how you felt about it”
I’m so happy that I can’t stop crying,
I’m so happy I’m laughing through my tears.
Saw my lawyer, Mr. Good News
He got me joint custody and legal separation.
Arriva quindi il momento, direi dolce amaro, della passeggiata notturna, durante la quale il protagonista trova conforto guardando le stelle e l’universo, collegando il tutto su ciò gli sta accadendo, e decide così di augurare a sua moglie, al suo nuovo compagno ed ai suoi figli – una nuova vita felice – anche se ovviamente lontani di lui.
I took a walk along last night, I looked up at the stars,
To try and find an answer in my life.
I chose a star for me, I chose a star for him,
I chose two stars for my kids and one star for my wife.
Something made me smile, something seemed to ease the pain,
Something ’bout the universe and how it’s all connected.
Il finale è degno della miglior regia, perché descrive una scena in un parco di domenica che, soprattutto per chi si trova nella stessa situazione (ma forse anche tutti gli altri) non potrà non considerare molto toccante. In fondo, un padre separato deve quasi rubare i momenti di felicità facendo da babysitter ai propri figli nel tempo concessogli. Ma il messaggio di speranza resta perché lo stesso amico incontrato qualche giorno prima lo vede ora con una luce nuova, quella di chi in fondo ha deciso di voltare pagina e magari rifarsi una nuova vita, cercando di lasciarsi il buio alle spalle.
The park is full of Sunday fathers and melted ice cream.
We try to do the best within the given time.
A kid should be with his mother, everybody knows that,
What can a father do but babysit sometimes.
I saw that friend of mine, he said “you look different somehow.”
I said “everybody’s got to leave the darkness sometimes.”
I said, “I’m so happy that I can’t stop crying,
I’m laughing through my tears, I’m laughing through my tears.”
Sono oltre vent’anni che ascolto questa canzone, eppure ogni volta riesce a smuovermi qualcosa dentro, quando provo a mettermi nei panni di questo padre triste, ma in fondo mai rancoroso. Quell’immagine del parco pieno di gelati sciolti diventa l’emblema di chi deve affrontare la solitudine e la lontananza dai propri figli. Ancora una volta il magico potere di sintesi della musica sa toccare parti del cuore che, per quanto mi riguarda, forse neanche un film o un libro interi riuscirebbero neanche a sfiorare.