Recensioni

ROCK STORY # 3: “YOU HAVE BEEN LOVED” (BY GEORGE MICHAEL)

Scritto da Marco Restelli

E’ così maledettamente bella

Il fil rouge che stiamo seguendo con queste nostre “Rock Stories” – dove il genere musicale non va inteso in senso letterale – può essere sintetizzato con: “le emozioni in musica”, grazie a una perfetta connessione fra note e parole. Era quindi forse logico che saremmo presto arrivati a raccontare uno dei brani più autobiografici e più sofferti del compianto George Michael (proprio questo Natale ricorrerà il primo anno dalla sua triste scomparsa). Nel 1996 uscì il suo splendido album del ritorno Older – dopo ben sei anni di silenzio discografico – quasi completamente dedicato alla morte di Aids del suo compagno Anselmo Feleppa di cui era perdutamente innamorato e che (molti non sanno) era presente a Wembley quando l’artista anglo cipriota cantò la mitica “Somebody To Love” dei Queen, temendo fortemente che la stessa malattia che aveva ucciso Freddie Mercury poteva distruggere la sua relazione.
Una canzone dal titolo You have been loved, struggente come poche, piazzata in chiusura del disco, descrive l’incontro fra lui e la mamma del ragazzo al cimitero e i versi sono di una malinconia unica. Per recarsi sulla tomba, la donna ripercorre, col cuore spezzato, la strada che da piccolo il figlio faceva per andare a scuola.

She takes the back road and the lane
Past the school that has not changed
In all this time 
She thinks of when the boy was young
All the battles she had won
Just to give him life

Poi finalmente l’incontro con George e il pensiero va inevitabilmente a quel Dio che in qualche modo glielo ha portato via ma fra i due, al riguardo, c’è una visione completamente opposta. Lui è arrabbiato e pensa che pregare sia inutile se alla fine una mamma si vede costretta a piangere la morte del figlio, mentre lei è piena di fede e si premura affinché lui non crolli e si rattristi troppo, perché in fondo quello che conta, è che suo figlio lo abbia tanto amato.

But now we meet to take him flowers
And only God knows why

For what’s the use in pressing palms 
When children fade in mother’s arms
It’s a cruel world, we’ve so much to lose
And what we have to learn, we rarely choose

So if it’s God who took her son
He cannot be the one living in her mind

Take care my love, she said
Don’t think that god is dead
Take care my love, she said

You have been loved

Il climax della commozione raggiunge però il suo vertice con la risposta di George alla mamma di Anselmo ammettendo tutta la paura che lo ha reso così manifestamente debole e lei “gli asciuga le lacrime con le ali di un angelo, piene d’amore, che farebbero piangere anche un diavolo” (il più bel verso della sua carriera artistica, a mio modesto avviso)

If I was weak, forgive me
But I was terrified
You brushed my eyes with angels wings, full of love
The kind that makes devils cry

Qualche strofa più in là la chiave che svela i sentimenti di lei: si sente quasi in colpa per quella sventura e cerca di capire in silenzio per ore che crimine può aver commesso per essersi meritata una simile sciagura

But she just sits and counts the hours
Searching for her crime

Da parte sua George prende atto della propria solitudine e riporta le ultime parole di Anselmo prima di lasciarlo, uguali a quelle della madre

No, I’ve no daughters, I’ve no sons
Guess I’m the only one
Living in my life

Take care my love, he said
Don’t think that God is dead
Take care my love, he said

You have been loved

Nella storia della musica il tema della morte è stato trattato da tantissime canzoni ma credo che You have been loved sia fra le più toccanti in assoluto, proprio per il fatto che non racconta la storia di personaggi di fantasia ma descrive in modo cinematografico, delicato, intimo e pieno di dolcezza, una esperienza vissuta sulla pelle dell’autore.
Ed è forse per questo che è così maledettamente bella.

 

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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