Interviste

Roberto Baldazzini, Intervista

Il fumetto è come la musica, fa sognare

Roberto Baldazzini vignolese doc, disegnatore e illustratore italiano di fama internazionale; hai saputo dare al fumetto made in Italy una sua connotazione precisa soprattutto nel campo erotico. Ci racconti come hai cominciato e perché questa strada intrapresa?
Diventare un disegnatore di fumetti professionista era un mio sogno da adolescente, poi un giorno il sogno si avvera! Così, per fortuna, per caso, per determinate coincidenze trovo il modo di iniziare e pubblicare prima progetti e personaggi realizzati con altri e poi i miei! A distanza di quasi 40 anni, dal trampolino di lancio, che fu Orient Express, mi trovo ancora qui a disegnare fumetti con la stessa passione e con una marcia in più dovuta a tutti questi anni di esperienza! L’erotismo è stata una fetta importante della torta, esplorato a 360 gradi! Luigi Bernardi come editore, Daniele Brolli come sceneggiatore, Igort e Domenico D’amico come compagni di viaggio, il DAMS a Bologna, sono stati i miei punti di riferimento negli anni della gavetta!

Ti ho inseguito fin dagli anni’80, comprando e leggendo tutto quello disegnavi. Poi ho avuto la fortuna di conoscerti personalmente e ho scoperto in te, un disegnatore minuzioso e maniacale. Lo sei anche nella vita?
Non credo di essere poi così maniacale, forse mi ci vedi tu. So quello che desidero e come lo voglio, per ottenere buoni risultati occorre essere meticolosi, attenti, precisi e determinati, sono regole semplici che tutti adottano, i dovrebbero adottare, per raggiungere degli obbiettivi.

Il primo personaggio femminile che hai creato, su testi di Lorena Canossa, risale al 1984 ed è rappresentato da Stella Noris, una diva del cinema degli anni 1940-1950. Hai una passione particolare per questo periodo?
Tutti gli anni 80 li ho pervasi di un’attenzione particolare per gli anni 50. Stella nasce in questo contesto storico dedicato a quell’immagine americana, direi hollywoodiana che mi ha accompagnato da sempre, sin da piccolino, con i film che trasmettevano sul piccolo schermo, in bianco e nero. Lorena, appassionata di cinema, forse molto più di me, è stata in grado di evocare tutto il meglio di quello non avrei potuto pensare di disegnare da solo. Abbiamo collaborato una decina di anni sviluppando anche situazioni di carattere erotico, però sempre rimanendo nella fascinazione di quel periodo e in quelle atmosfere grigie, un po’ torbide dei retroscena e degli scandali nel mondo del cinema!

Nous nous trouvons dans un monde sexuel d’une sérénité qui nous prende à la gorge, comme si nous étions face au spectacle d’un paradis non pas perdu, mais pas encore trouvé…
Baldazzini est un ange qui nous laisse entrevoir le rêve aveuglant de nos désirs…
Cosa mi puoi raccontare di questa citazione?
Del grande Moebius, che aveva visto nel mio disegno erotico qualcosa di fantastico. L’ho capito troppo tardi il suo amore per il mio disegno, ho cominciato ad interagire con lui quando di lì a poco ci ha lasciati. Moebius è stato un esploratore dell’inconscio attraverso il disegno. La lezione è stata quella di scoprire che il mio segno e il mio disegno hanno un potere enorme di evocare fantasmi ed appartenere ad un futuro che ha ancora da venire. Sono onorato di avere ricevuto queste parole, sono come una dote. Grazie Jean!

La tua ultima pubblicazione “ Hollywoodland” l’ho trovato cosi particolare, e mi sono fatto trascinare velocemente nel contesto della storia, il soggetto e la sceneggiatura sono di Michele Masiero, dopo di che mi sono messo a riflettere su quel mondo degli anni ’20, cosi malinconico e crudo. Cosa ne pensi tu?
Ho capIto che mi sbilancio spesso tra passato e futuro, come su un’altalena, qui torniamo a Hollywood dopo 30 anni da Stella Noris. Andiamo ancora più indietro, alle origini del grande cinema. Ho accettato la sfida di raccontare una storia molto lunga, incentrata su personaggi maschili. Sono tornato fanciullo, ad assaporare il piacere di raccontare una storia a fumetti. Avevo perso la direzione per questo e qui credo di averla ritrovata, anche attraverso uno stile grafico: il bianco e nero che ha caratterizzato la maggior parte dei miei lavori! Gli anni 20 sembrano un periodo così lontano, forse per quella sensazione che proviene dal cinema muto, trova che sia un periodo da esplorare più a fondo, proprio per le sue contraddizioni così evidenti!

L’ultima volta che ci siamo visti a casa tua a inizio luglio di quest’anno, sono rimasto affascinato dal tuo archivio sotterraneo dove conservi gelosamente tutto ciò che fin da ragazzo raccoglievi. Anche l’ordine con qui metti via le cose mi ha stupito, e lo trovo nel tuo tocco di matite e nella precisione della tua firma, che mi fa impazzire….!
Mettere ordine mi rilassa, dopo che il caos che la mia mente attraversa con la creazione di un personaggio, dopo avere raccontato una storia, una situazione, illustrato un’immagine, ecco che l’ordine fa trovare ogni cosa al suo posto…è una bella sensazione. Lo stesso tipo di ordine lo ritrovo nel mio disegno, ordine ed equilibrio, armonia, questo vado cercando. La firma di cui sono orgoglioso, è la sintesi di questa ricerca: l’abbandono per quello che c’è insieme a equilibrio e leggerezza! Nata, direi, quando sono stato veramente appagato, per la prima volta, dalla mia ricerca artistica.
Due domande secche. Quale dei tuoi personaggi disegnati fino ad ora ti ha dato più soddisfazioni?E quale tuo collega ti piace di più
I miei personaggi hanno vita breve, oppure al contrario sono immortali. Mi sono sbilanciato tra personaggi maschili e femminile e quindi non saprei proprio chi scegliere, forse preferisco l’ultimo che ho creato, ma forse preferisco quello che deve ancora nascere, che porto ancora, solo, nei miei pensieri.
Mi piacciono i giovani che stanno emergendo, anzi, quelli che devono ancora cavalcare il professionismo, mi piace la purezza e la ricerca di uno stile, quindi smetto di citare maestri e autori affermati e dico: largo ai giovani!

Come nasce CASA HOWHARD? Questo “..condominio popolato di creature fantastiche, dotate di sensuali corpi femminili e, al tempo stesso, di attributi maschili. Un mondo immaginario abitato solo dalle nostre fantasie, dove esseri speciali sembrano avere una sola occupazione nella vita: ricevere e dare piacere …e rigorosamente per adulti.” Credo che abbia fatto sognare parecchi di noi!
 I personaggi di Casa Howhard sono quelli che piacevano tanto a Moebius. Non esistono realmente, ma esistono virtualmente. Nella realtà troviamo le lesbiche, i gay, gli eterosessuali, gli amanti del BDSM, i transessuali, i femboy, i travestiti, gli uomini e le donne con connotati senza un genere preciso, nella mia immaginazione, ad un certo punto sì è fissata l’ immagine di una donna con gli attributi maschili in un mondo popolato solo di questi esseri che passano il tempo a godere sessualmente con il loro corpo. Non so dare un giudizio e un perché di questa scelta, credo nella piena libertà sessuale e nella bellezza che va oltre il confine, sempre troppo stretto, di qualsiasi nucleo sociale che spesso impone regole e comportamenti frustranti e coercitivi!

Vorrei concludere la nostra chiacchierata con una tua considerazione sul futuro del fumetto e del mondo dell’illustrazioni in generale. Ho sempre pensato che anche questo mondo fosse come quello dell’LP, si mettono in pausa ma non muoiono mai…Sei d’accordo?
Lunga vita al fumetto, direi. Ho passato gli ultimi 5 anni a disegnare tavole a fumetti e mi sono trovato molto bene, in mezzo a turbini di passione. Mi piace osservare in questo recente scenario tanti giovani, ragazze e ragazzi, che si avvicinano al disegno. Una volta questo fatto era visto come una debolezza, le inclinazioni artistiche erano viste come una perdita di tempo, dai genitori soprattutto, invece…Il disegno è una traccia indelebile del nostro animo più nascosto, che vorremmo celare, ma, inevitabilmente, si scopre, giorno dopo giorno!

http://www.baldazzini.it/
https://www.facebook.com/RobertoBaldazzini

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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