Codroipo, Udine, 26 Settembre 2012
Quando si arriva all’interno del parco di Villa Manin, si comincia subito a percepire una certa elettricità, un’eccitazione crescente e un’impazienza invadono l’atmosfera. L’impatto iniziale è forte, ci si trova di colpo immersi in questa villa seicentesca e nel suo parco con tutt’intorno un imponente colonnato al cui centro è posizionato il palcoscenico.
Si percepisce anche un po’ di preoccupazione, le nubi minacciano maltempo, ed infatti poco dopo l’acquazzone comincia. Ma, miracolosamente, la pioggia cessa pochissimo prima dell’inizio del concerto, e i Radiohead entrano, accolti dal pubblico.
L’aria finalmente si riempie solo di musica e della voce di Thom Yorke, la sua voce magica, che incanta. Una voce dal timbro fragile, doloroso, e la loro musica ipnotica che entra nella testa, nella pelle degli spettatori condotti piano piano, attraverso 24 canzoni, in un viaggio di sensazioni.
Ci portano subito in un clima surreale, complice anche la scenografia, costituita da schermi che di volta in volta cambiano posizione proiettando dettagli delle mani, dei volti, degli sguardi dei musicisti, e da luci che seguendo sapientemente il ritmo della musica diventano una sorta di echi visivi del suono.
Il gruppo mescola magistralmente pezzi diversi, creando un percorso musicale che tocca brani più soft con pezzi dalle forti sonorità elettroniche, in un’alternanza dal perfetto equilibrio che rapisce il pubblico. Partiti con Lotus Flower, hanno continuato con altri brani tratti dal nuovo disco The king of Limbs, come Bloom, Feral e verso la fine Give up the Gost, e poi altri più classici come Paranoid Android. Il gruppo ha suonato con molta generosità, e nel lungo finale ha regalato pezzi come How to disappear Completely, Everything in its right place, chiudendo con Idioteque.
Eravamo lì, l’emozione palpabile, trasportati in questo luogo tra passato e contemporaneità, dove, per una sera, abbiamo visto e ascoltato solo bellezza.