A due anni di distanza dall’uscita di “Between Dogs and Wolves” il cantautore anglo-fracese di origini italiane Piers Faccini è tornato con un nuovo ed entusiasmante lavoro, il sesto, intitolato “I dreamed an island”. Un’isola, quella del titolo, che rappresenta l’ultimo approdo di un viaggio, un immaginario rifugio dall’intolleranza che sempre di più caratterizza il mondo in cui viviamo.
I brani trattano temi che si muovono nello spazio e nel tempo, toccando ad esempio la difficile convivenza tra spagnoli, musulmani ed ebrei nella Spagna dell’ XI secolo (in “Judith”) ma anche rivolgendo un’accesa ed esplicita critica all’idea di costruire, ai giorni nostri, un muro tra Il Messico e gli Stati Uniti (“Bring down the wall”).
La chiave di questo viaggio è però l’appassionata celebrazione delle diverse culture, che ci suggerisce quanto la contaminazione possa essere una ricchezza e non una cosa da temere.
Piers diventa promotore di un messaggio multiculturale, portando sul palco atmosfere europee, ritmi africani, brani in arabo, inglese e dialetto italiano, ma anche strumenti come il violino e il tamburello; un progetto articolato ma ottimamente realizzato, che coinvolge il pubblico con i propri ritmi e melodie e lo trascina al contempo ad importanti riflessioni.
Articolo e Foto di Alessandro Ceci
Questa la scaletta del concerto del 26 Febbraio al Biko di Milano:
Oiseau
Drone
Beloved
Judith
A home away
Cloak of blue
Bring down the wall
Villanella di Cenerentola
To see is to believe