Recensioni

Mogwai – As The Love Continues

Mogwai: fedeli al passato, ma tremendamente al passo coi tempi

Avere oltre venticinque anni di carriera e non sentirli. Pioneri del Post-Rock, i Mogwai con As The Love Continues tagliano il traguardo del decimo album in studio, rimodellando ancora una volta il proprio sound, dettando legge e senza prestare nessuna attenzione alle mode del momento. Il loro nuovo disco è in linea con le evoluzioni naturali attuate dalla band nel corso della loro vita discografica. Fedeli al passato, ma tremendamente al passo coi tempi.
La soffusa “To the Bin My Friend, Tonight We Vacate Earth” è sorretta da un pianoforte struggente e dal tempo dettato dalla metronomica batteria di Martin Bulloch. Un benvenuto carezzevole che ci ingolosisce e ci spinge a metterci comodi nel proseguo di questo viaggio appena cominciato.
“Here We, Here We, Here We Go Forever” mescola le carte con vigore, facendo un uso ingente dei sintetizzatori, i quali piazzano una melodia portante che salirà sicuramente agli onori della cronaca come una delle più riuscite dell’intero plot.
“Dry Fantasy” si riassetta tornando a una fragilità più vicina alla prima traccia e a sonorità riconducibili al monumentale album del 2006 Mr. Beast. E’ impossibile con i Mogwai non arrivare a termini di paragoni con i loro precedenti lavori, il parallelismo stesso diventa un metro di giudizio.
Giungiamo a “Ritchie Sacramento” una delle rarissime composizioni in cui si mette da parte la struttura esclusivamente strumentale, sfruttando appieno il contributo della voce di Stuart Braithwaite. Il testo è amarissimo e ci parla di un mondo abbandonato a se stesso, dove prevale la solitudine e non ci resta altro che il conforto dei ricordi lontani.
“Drive The Nail” è una moderna “Like Herod”: le note rimbalzano su muri sonori innalzati dalle chitarre, in un caleidoscopio di sfumature nebulose, trafitte a singhiozzo da fulmini e saette.
Il vocoder di “Fuck Off Money” scompone l’immenso nulla di chi pensa che con il vil denaro si ha tutto nella vita. Le illusioni portano quindi il malcapitato a scivolare nell’oscurità di un abisso senza fondo con “Midnight Flit”. In questo incubo infinito dopo aver incontrato gli archi di Atticus Ross, ci si troverà a dover fare i conti con il sassofono di Colin Stetson in “Pat Stains“.
Il risveglio è brusco e doloroso: “Supposedly, We Were Nightmares” graffia e lascia un solco indelebile, convogliando un percorso denso di spiritualità in una voce sottile che pare provenire dallo spazio profondo.
La conclusiva “It’s What I Want To Do, Mom” mette in primo piano tutte le suggestioni avute nel corso dell’ascolto, strizzando ulteriormente l’occhio all’elettronica.
As The Love Continues è un disco che ha come parola chiave il termine speranza, un qualcosa che in questo periodo di pandemia spesso ci viene a mancare. Così mentre l’amore continua, noi non dobbiamo smettere di innamorarci della speranza e della musica suonata dal quartetto scozzese.

Mogwai
Rock Action Records
Temporary Residence Ltd.

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Giovanni Panebianco

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