1. Anderson .Paak – Malibu: Il talento di questo ragazzo è grande, la musica, soprattutto quella black gli appartiene, la rinnova miscelandola a nuove storie di strada e difficoltà, a nuovi sound delle metropoli in declino.
2. Deap Vally – Femejism: Ammaliano l’ascoltatore senza effetti speciali, ma con una sana dose di energia, suonano la ribellione dal cinismo e dall’ignoranza della moderna società.
3. Piers Faccini – I Dreamed An Island: viaggiatore ed esploratore dalla nascita, artista a tutto tondo, ha raggiunto quella maturità che gli permette di aprire le porte tra i continenti e farli suonare insieme. World Folk stupefacente.
4. Green Day – Revolution Radio: cosa può fare una teenager rock & roll band nel 2016? Farvi saltare sul divano di mamma ed emozionare tanto, anche dopo i 40. E’ più che sufficiente!
5. Sainkho Namtchylak – Like a Bird or Spirit, Not a Face: la voce di Sainkho diventa uno strumento, diventa vento, tempesta, canta in Tuva, Russo, Inglese, racconta storie d’Oriente, avvicina culture diverse e lontane.
6. Dardust – Birth: un racconto in bilico tra sogno e reale, tra solido e liquido, l’elettronica che si fonde ad arte con le corde del pianoforte, musica per celebrare una continua nascita o rinascita.
7. Animal Collective – Painting With: il frullatore di colori e suoni ritorna con un nuovo, divertentissimo ed ironico come sempre album, freak music che sembra suonata dai protagonisti di un film di Wes Anderson.
8. Hamilton Leithauser + Rostam – I Had a Dream That You Were Mine: ascoltare questo duo è un piacere per il fatto che le canzoni arrivano direttamente dalla pancia di questi due artisti. Rock and pop libero e appassionato, racconta semplici storie d’amore e di vita.
9. Rival Consoles – Night Melody: un suono essenziale, capace di dirigersi subito al centro emozionale dell’ascoltatore, musica elettronica suonata dal produttore Ryan Lee West, uno dei più inspirati della scena mondiale.
10. TaxiWars – Fever: il genio del giovane sassofonista Robin Verheyen incontra la voce graffiata e il cantato rock di Tom Barman, storico leader dei dEUS. Nasce così un disco jazz ma libero e fuori dagli schemi di genere.