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Marracash – Crudelia, I nervi

Scritto da Liceo Tasso

Qui si canta di un amore malato, tossico, sfociando nel tema delle problematiche di salute mentale e nello specifico nel disturbo della personalità

di Jolanda Maria Perla

Crudelia è il titolo del brano appartenente all’album “Persona”, uscito nel 2016, del giovane rapper Marracash. Il cantautore ha confermato l’autobiografia del brano, raccontando in varie interviste il rapporto che aveva con una sua ex fidanzata, senza svelarne però l’identità.
Il brano è in prima persona e descrive principalmente un amore malato, tossico, sfociando però anche nel tema delle problematiche di salute mentale e nello specifico nel disturbo della personalità.
L’amore descritto è l’amore fra un uomo ed una donna. Lei è una vera e propria manipolatrice, rappresentata come il famoso e crudele personaggio della carica dei 101, Crudelia De Mon. Il carattere spietato della donna è descritto fin dalla prima strofa, subito dopo le prime battute in cui Marracash imita l’incipit di un romanzo, fornendo immediatamente all’ascoltatore uno spaccato della relazione tra i due e il loro amore ardente, che vedremo non sarà tale, o almeno in parte: “Un ragazzo incontra una ragazza, Sono entrambi fuoco, incendiano la stanza”.
Immediatamente, infatti, è sottolineata la debolezza di lui che sta per cadere nelle trame della sua amata, nonché la sua stessa predatrice. L’amore è evidentemente un sentimento non biunivoco, lui arde d’amore per lei, mentre lei si diverte nel vedere l’uomo che soffre per mano sua, tanto da arrivare a definire il comportamento di lei “desiderio di ossessione”.
Lui è in uno stato di trance, si trova continuamente prigioniero del loro rapporto, pur non essendo ricambiato ed essendo consapevole del fatto che sia unicamente corrosivo per il suo animo. Questo
autolesionismo è dettato dalla capacità manipolativa dell’ ”arpia”, infatti nonostante lui riconosca la
tossicità di questo rapporto, non è in grado di porvi fine, poiché ricade continuamente nelle sue trappole, che vengono argutamente tese soprattutto nei momenti in cui lui cerca di liberarsi: “Se ti voltavo le spalle mi gridavi Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo e non ho ancora finito con te”
Il narratore infine, dopo aver ripreso in mano la sua vita, finisce addirittura a considerarsi il carnefice di se stesso, avendo permesso, con la sua fragilità d’animo, alla donna, di fare tutto ciò che voleva: “Che poi non so perdonare me – Perché ero un complice in fondo – Ti ho dato l’anima e invece te – Mi hai dato solo il tuo corpo.”

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Liceo Tasso

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