I dati anagrafici spesso confondono le opinioni che si possono avere, a primo approccio, su un autore. Avere vent’anni, o poco più, soprattutto se si sono maturate importanti esperienze e se si è un po’ svegli, non è sicuramente un limite. Anzi, una ricchezza che andrebbe sfruttata dalla comunità! Di seguito presentiamo Manuel Volpe, nato nell’88 a Jesi, di formazione jazz, cresciuto, probabilmente, con gli ascolti del post rock USA anni ’00 e arricchitosi tecnicamente tra le sale del Red House Recordings di Senigallia.
Dopo tre lunghi anni di scrittura, testi, musiche, arrangiamenti, suoni, idee, amicizie, da pochi giorni ha pubblicato il suo primo disco, dal nome Gloom Lies Beside Me As I Turn My Face Towards The Light. Nove canzoni tutte autoprodotte con l’aiuto di Maurizio Busca e suonato con la collaborazione di altri abili e fidati musicisti.
Si era accennato il discorso del post rock, ma non sarebbe corretto metterlo in relazione con questo disco se non che per lo spirito che nel profondo accompagna Manuel Volpe. Vera pulsione che lo spinge a cercare nuove soluzioni alla musica ribelle, alla musica che eccita da sempre le nuove generazioni.
Manuel mette in atto un piano che va controcorrente, suona atmosfere retrò, con apparecchiature vintage, tutto totalmente fuori moda. La miscela sembra filare liscia. Bacchettona? Noiosa? Direi stimolante, intrigante, interessante. Ballate indolenti che sembrano arrivare da più parti del mondo, la voce sussurrata di Manuel racconta storie piene di quotidiana normalità, fatte di sogni e desideri, tormenti e disillusioni.
Gli strumenti sono stati scelti accuratamente per creare atmosfere fumose, fuori tempo e gli unici riferimenti spaziali possono essere lo scricchiolio di una sedia, il respiro affannato di un musicista.
La metodicità di ogni singola canzone è l’elemento forte del cd, le corde e i fiati sono in piena sintonia per regalare istanti di dolcezza. La parte tecnica è curata alla perfezione, di qualità internazionale, i suoni riproducono fedelmente i sentimenti e dell’autore. In alcune tracce sembra mancare lo spunto in più di qualche strumento, cosa che potrebbe dare maggiore profondità al disco. Buon esordio per Manuel Volpe, autore dal futuro promettente.
Claudio Donatelli