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LISTEN WITHOUT PREJUDICE (VOL. 1) – GEORGE MICHAEL

Scritto da Marco Restelli

Trent’anni fa, nel 1990, l’attesa per il secondo album di George Michael era a dir poco spasmodica

Trent’anni fa, nel 1990, l’attesa per il secondo album di George Michael, ex leader dei Wham!, era a dir poco spasmodica. Il suo disco d’esordio Faith (del 1987) aveva sbancato ovunque nel mondo, perfino nell’immenso, ma sempre difficile, mercato americano. L’ambizioso artista anglo cipriota era diventato finalmente quello che voleva: una star della stessa caratura dei grandi del pop dell’epoca: Madonna, Prince e Michael Jackson.
Tuttavia, si presentò al pubblico con un nuovo disco totalmente diverso a livello stilistico, ma soprattutto con l’intenzione alquanto sorprendente di non voler assolutamente apparire né sulla copertina, né in alcuno degli eventuali video dei singoli. I primi a rimanere sconcertati non furono i fan, ma proprio la Sony Music che chiaramente avrebbe preferito usare l’immagine di George come aveva sempre fatto in passato. La sua scelta fu però irremovibile. E così il primo singolo Praying for time (una toccante ballata sulla necessità dell’amore universale per combattere il dilagante odio nell’umanità) fu promossa di fatto con quello che oggi chiameremmo un lyric video, già sperimentato dal succitato Prince per la sua mitica Sign of the times. L’idea era chiara: la sua musica veniva prima di qualsiasi cosa e la sua immagine non doveva essere più determinante, ma se qualcuno non aveva ancora capito l’antifona ci pensò direttamente lui a mettere tutto nero su bianco con il secondo singolo Freedom ‘90 (con l’indicazione dell’ anno, utile a distinguerla da quella pubblicata con la sua vecchia band). In quel pezzo spiegava direttamente ai suoi fan in modo esplicito i motivi della sua scelta, in numerosi versi come ad esempio:

Take back your picture in a frame
Take back your singing in the rain
I just hope you understand
Sometimes the clothes do not make the man

Al di là di quanto detto, nel disco ci sono tanti brani eterogenei, di cui alcuni meravigliosi come Cowboys and angels – dal retrogusto jazz, Heal the pain decisamente più pop o come la dolce e conclusiva Waiting (reprise) solo voce e chitarra acustica. Il pezzo che ho sempre preferito però è Waiting for that day una midtempo che riprende groove ritmici anni 60 alla James Brown con una melodia che fa venir voglia di ballare ma anche di sognare. C’è anche un omaggio al suo punto di riferimento della musica black soul: Stevie Wonder. La cover di They won’t go when I go è da brividi e per certi versi supera addirittura l’originale per intensità emotiva. Ho scelto questo album per la rubrica La Soffitta perché Older e Faith hanno senza dubbio avuto maggior successo commerciale e i suoi singoli hanno spopolato nelle radio, ma se si vuole approfondire la musica di George Michael, Listen without prejudice resta imprescindibile.
Chiudo con una curiosità: Il titolo completo contiene la dicitura Vol. 1, in quanto prevedeva un secondo capitolo, molto più dance, da far uscire l’anno successivo o al massimo l’anno dopo. Purtroppo, non se ne fece più nulla visto che la star decise addirittura di far causa alla Sony (rimanendo fermo per ben sei anni) perché a suo avviso non avrebbe adempiuto pienamente al suo obbligo di promuovere il disco al meglio. Alcune delle canzoni destinate a quel nuovo album in qualche modo uscirono lo stesso, come b-side di singoli o su progetti a favore della lotta all’AIDS (e tutti inseriti nell’edizione Super Deluxe del 2017, uscita dopo la morte di George), ma resta chiaramente un peccato che non ci sia mai stato un seguito ufficiale.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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