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L’illogica logica del Nonsense – More Nonsense please!

Scritto da Reddie

Di primo acchito pensi che il nonsense riguardi solo certi settori, invece lo ritroviamo nella musica, nella letteratura, cinema e teatro, nei fumetti e quant’altro. Ecco a voi una carrellata dell’illogica logica.

Il nonsense è la capacità di comporre e rappresentare un qualcosa sovvertendo le regole “normali” e sconfinando o terminando nell’assurdo. È l’ennesima potenza della comicità e dell’umorismo.
È un po’ come creare un “mix and match” ossia un mucchio di cose buttate là apparentemente a casaccio e quello che viene fuori viene fuori. Pensi che sia un’arte dell’arrangiarsi ma in realtà è invece un vero e proprio talento: ci vuole capacità ed ingegno anche in questo, altrimenti non avrebbe senso neanche il non aver senso.
Di primo acchito pensi che il nonsense riguardi solo certi settori, invece lo ritroviamo nella musica, nella letteratura, cinema e teatro, nei fumetti e quant’altro. Facciamo una prova: Se ti dico “che ore sono?” e tu rispondi “giovedì” ecco questo è un nonsense, speriamo voluto, altrimenti penserei che sei del tutto dissociato.
Anche se lucidamente quello che vedi e senti può apparire tutto folle in realtà ci sta una logica, ossia “quella di divertire la gente con la sua illogicità”. “Questa tua affermazione non ha un senso” ora voi mi direte…infatti è un nonsense e tutto torna!
Cosa vi viene in mente come opera assoluta da mettere in cima a questa definizione? Ebbene ce ne sono una miriade, ma sicuramente il primatista del nonsense è Alice nel Paese delle Meraviglie, per non parlare del film Frankestein Junior e le stramberie di Igor (qui si rasenta il capolavoro…, chapeau mes amis!).
Per creare il nonsense e cercare di capirlo devi essere in grado di dissociare la mente da ogni forma di logica e di pensiero. Non ti devi chiedere il perché, non ci sta neanche… inutile perdere tempo quindi.
Tra i maestri del nonsense possiamo annoverare sicuramente il famoso gruppo comico britannico Monty Python degli anni 70-80 con la sua comicità dissacrante e irriverente, ma soprattutto assurda e surreale.
Se torniamo a personaggi nostrani allora un posto sicuramente va a Nino Frassica che in veste di Don Antonino diceva “non è bello ciò che bello ma che bello che bello che bello!” o al linguaggio “alla supercazzola” di Tognazzi in Amici Miei, per passare a Giobbe Covatta specie con la sua strampalata rivisitazione della favola Biancaneve e i setti nani “Rubalo, Picchialo, Scippalo, Schiattalo, Strozzalo e Cinzia”.
Il nonsense con i suoi accostamenti folli e strani giochi di parole è presente anche nella musica, eccome! Moltissimi cantanti famosi si sono indirizzati al nonsense nei testi delle loro canzoni per motivi vari: divertire i fan, riempire buchi che magari neanche le rime potrebbero sostituire, per celare un altro significato, sperimentare, creare interesse o semplicemente to fool around (permettetemi la frase in inglese; in italiano sarebbe meno poetica senz’altro!).
Possiamo annoverare svariati cantanti e cantautori del filone con melodie interessanti che sembrano quasi sprecate per farsi accompagnare da testi demenziali e paradossali. Ad esempio il gruppo nostrano Elio e le storie tese e includerei anche Alberto Fortis (mi è rimasta impressa fin da piccola la sua canzone “Nuda e senza seno” che adoravo e cantavo senza capirne il senso: ma perché poi “una mucca doveva morire per lui”? già trovavo grottesco una donna nuda e senza seno!)
Mi piace che il nonsense venga considerato come un genere “parassita” che vive alle spalle degli altri, un po’ come nella favola “La cicala e la formica”: tutti con grande sforzo cercano di dare il massimo e di trovare rappresentazioni logiche e piacevoli, mentre lui, “lo scroccone” invece ottiene lo stesso successo senza fatica alcuna.
Molti grandi artisti hanno ceduto al fascino del nonsense, pure i Beatles (specie John) ad esempio con Dig a Pony che contiene solo verbi che terminano con -ate o con The Walrus per il quale è inutile decodificarne il linguaggio. Ma avreste mai detto che pure il grande Elvis Presley, “The Magnificent”, ne sarebbe stato sedotto? Ebbene sì, il re del rock and roll ne fu un precursore.
Catturò l’interesse di molti suoi fan non solo per il suo aspetto e la sua voce unica, ma anche proprio attraverso l’uso di testi che a volte sfidavano la comprensione. Prendete ad esempio Hound Dog e la strofa “Well, you ain’t never caught a rabbit and you ain’t no friend of mine”. Ma perché per essere suo amico dovevi catturare un coniglio? Immagino che stragi di innocenti animaletti avranno fatto all’epoca i suoi sostenitori per accaparrarsi le sue simpatie e soddisfare la sua malsana richiesta! Elvis sembrerebbe aver descritto il nonsense come l’assurdo trasportato in un’atmosfera poetica in un mondo più folle del nostro.
All the above considered, io terminerei ora tutto questo accrocco di citazioni con una sola frase a bruciapelo: “C’è del marchio in Danimarca…Mah!”.
E che ci azzecca ora? Nulla appunto, ci sta come i cavoli a merenda, quindi nel contesto ha un senso! E poi se lo fa dire Shakespeare nell’Amleto, oltre ad affermarlo anche Toto’, allora va bene tutto!

In copertina foto di Silvia Collatina rielaborata da eineBerlinerin

About the author

Reddie

Nasco nel 1972 da una famiglia numerosa, creativa, piena di musica e arte e che considerava riunirsi a vedere i film horror la sera come un momento di raccolta, intimo e divertente. Tutto ciò non poteva non influenzare la mia personalità poliedrica, curiosa, goliardica e buffa. Amo ridere, ho la passione per l'horror e lo stile gotico (per forza di cose), disegnare, canticchiare e ballare sulla musica anni 80 e molto altro. Ah, scordavo, sono appassionata di burro di arachidi!

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