Sound&Vision

Lester Greenowski @ Abate Road 66

punk rock newyorkese + hard rock= Lester Greenowski

Accanto alla stazione di Modena esiste un locale meraviglioso che a qualcuno richiamerà alla memoria il famoso album dei Beatles “Abbey Road”e a qualche altro la strada “Route66”.
“Abate Road 66” a me ricorda invece il famoso locale nel “Lower East Side” di Manhattan, al 315 di Bowery Street a New York, per un motivo molto semplice: tutta l’atmosfera che si propaga all’interno, comprese le poche luci a disposizione e il piccolo palco, riprende nell’intimo l’atmosfera americana del 1973. L’unica differenza estetica è che il palco è diviso da una colonna che sta perfettamente al centro della pedana, con un semaforo rosso presente, creando cosi l’illusione ottica di due palchi. L’ho trovata una cosa geniale che non disturba per niente la visione dello spettacolo.
All’Abate Road 66 abbiamo ascoltato e visto il gruppo Lester Greenowski, che avevo già fotografato l’estate scorsa come supporto dei Ramones Blitzkrieg Bop e che mi aveva colpito tanto che alla prima occasione mi ero ripromesso di vederli ancora.
La fortuna è stata che hanno suonato in questa magnifica situazione.
Lester scrive canzoni e suona musica dalla metà degli anni Novanta, suonando in giro per l’Europa e pubblicando dozzine di dischi. Fortemente influenzato dal punk rock newyorkese degli anni settanta e dall’hard rock dello stesso periodo, riesce comunque a ritagliarsi il suo spazio con un sound del tutto personale presentandosi sul palco con grinta e determinazione.
I suoi concerti filano lisci, il suo basso irrompe senza sosta tra il pubblico molto attento perché il punk rock newyorkese non è per tutti, se poi mescolato all’hard rock la miscela diventa esplosiva. La formazione all’Abate Road 66 era ridotta ma Lester non si è fatto mancare nulla invitando sul palco due musicisti dirompenti come lui.
Insomma un concerto dai vecchi ricordi ma che non tralascia nulla al caso, e il locale ha saputo accogliere nella maniera migliore questo evento.

Abate Road 66 (MO)
8 10 2023
Lester Greenowsky basso
Andrea Prevedelli chitarra
Davide Furlani batteria
Ospiti:
Matteo Bassoli basso
Il Nino chitarra

About the author

Alessandro Ettore Corona

Alessandro Corona nasce a Bassano del Grappa (VI) nel ’57. Dopo aver vissuto in varie zone del Veneto, si trasferisce a Bologna negli anni’70, seguendo tutto il movimento artistico di quel periodo; dai fumetti di A. Pazienza e N. Corona, alla musica rock britannica e americana, a quella elettronica di stampo tedesco, al cinema d’avanguardia tedesco e francese, per approdare poi alla scoperta della fotografia internazionale seguendo corsi di approfondimento e di ricerca.

Scatto per non perdere l’attimo.
Esistono delle cose dentro ognuno di noi, che vanno messe a fuoco.
Esistono cose che ci circondano e che non vanno mai perse, attimi che possono cambiare il nostro futuro; ognuno di noi ha un’anima interiore che ci spinge verso quello che più ci piace o ci interessa.
Io uso la macchina fotografica come un prolungamento del mio braccio, la ritengo un contenitore enorme per catturare tutti quei momenti che mi appartengono.
Passato e futuro si uniscono fondendosi insieme e per caratterizzare l’anima degli scatti creo una “sensazione di fatica” nella ricerca dell’immagine mettendo in condizione l’osservatore, di ragionare e scoprire sé stesso dentro l’immagine.
Trovo interessante scattare senza pensare esattamente a quello che faccio; quando scatto il mio cuore muove un’emozione diversa, sento che la mia mente si unisce con estrema facilità al pulsante di scatto della mia macchina, non esito a cercare quel momento, non tardo un solo secondo per scattare senza riflettere.
Il mio mondo fotografico è principalmente in bianco e nero, il colore non lo vedo quasi più, la trasformazione cromatica è immediata.
Non esito: vedo e scatto!
La riflessione per quello scatto, si trova in mezzo tra il vedere e lo scattare senza esitare sul risultato finale, senza perdere tempo in quel momento.
Diventa immediato per me capire se quello che vedo e che intendo scattare può essere perfetto,
non trovo difficile esprimere quello che voglio, la macchina fotografica sono io.
Ogni scatto, ogni momento, ha qualche cosa di magico, so che posso trasmettere una riflessione quindi scatto senza cercare la perfezione estetica perché nella fotografia la foto perfetta non esiste, esiste solo la propria foto.
Works:
Fotografo e grafico: Mantra Informatico (cover CD), Elicoide (cover LP)
Fotografo ufficiale: Star for one day (Facebook). Artisti Loto (Facebook)
Fotografo ufficiale: Bowie Dreams, Immigrant Songs, Roynoir, Le Sciance, Miss Pineda.
Shooting: Federico Poggipollini, Roynoir, Heide Holton, Chiara Mogavedo, Gianni Venturi, Double Power big band, Progetto ELLE, Star for one day, Calicò Vintage.
Radio: Conduttore su LookUp radio di un contenitore artistico, con la presenza di artisti.
Fotografo ufficiale: John Wesley Hardyn (Bo), Reelin’and Rocking’ (Bo), Fantateatro (Bo), Nero Factory (Bo), Valsamoggia Jazz club (Bazzano), Friday Night blues (Bo), Voice club (Bo), Stones (Vignola), il Torrione (Fe), L’officina del gusto (Bo), Anzola jazz, Castelfranco Emilia blues, Bubano blues, Mercatino verde del mondo (Bo), L’Altro Spazio (Bo), Ramona D’Agui, Teatro del Pratello (Bo), P.I.P.P.U Domenico Lannutti, Insegui L’Arte (Badolato CZ), Artedate (Mi), Paratissima Expo (To), Teatro Nuovo e club Giovane Italia(Pr), Teatro Comunale e Dehon (Bo), Teatro delle Passioni (Mo).

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