Interviste Soundcheck

Legno – Intervista

“Un traguardo importante per noi sarebbe far avvicinare i giovanissimi a certi grandi artisti del passato” Legno

Il 29 marzo è uscito per Matilde Dischi “Titolo Album”, debutto del duo toscano Legno, una band di cui non si conoscono i veri nomi, che ha scelto di vivere in completo anonimato, servendosi di misteriose maschere per coprirsi il volto. L’intervista di oggi è con Legno Triste e con lui abbiamo voluto approfondire tutto ciò che ruota attorno a questo interessantissimo progetto.

Partiamo dalla genesi e dal nome scelto per il gruppo.
Non c’è un vero motivo riguardo alla scelta del nome, semplicemente io e l’altro Legno abbiamo pensato che ci volesse un nome figo, ganzo, come diciamo in Toscana, che nessuno si aspetterebbe per una band musicale. Poi il mio collega, Legno Felice, ha pensato: Perché non chiamarsi Legno?! Così si è illuminata, casualmente, la fatidica lampadina.

Leggevo che Legno è un personaggio, una specie di supereroe che viene presentato nel vostro debut album. Ma che tipo di eroe è che superpoteri ha?
Entrambi siamo un po’ nerd, ci garbano gli Avengers, la Justice League, e ci piaceva dare l’idea che Legno in realtà fosse la scatola che copre il suo viso. Quindi, se tu domani indossi la scatola diventi Legno. E’ come da bambini vestirsi da Zorro e pensare di essere davvero lui. Non ha grandi superpoteri. Speriamo di poter far star bene e poter far riflettere le persone con le nostre canzoni. Quello sarebbe già un gran superpotere.

Che tipo di epopee vivrà Legno all’interno delle vostre canzoni?
Semplicemente quelle che viviamo noi e chi ci sta accanto. Cerchiamo di raccontare il Mondo di oggi e della generazione di Whatsapp, di Instagram, di Facebook, dove tutto è molto più veloce, molto più immediato. Anche la musica è cambiata, ormai si fa tutto col telefonino. La globalizzazione è arrivata anche lì. E’ tutto talmente veloce che a volte non ci accorgiamo di quello che avviene introno a noi. Cerchiamo di riprendere questi temi e di inserirli nei nostri testi.

Io sono rimasto molto affascinato da Legno, quindi vi chiedo: come mai avete scelto di presentarcelo attraverso una trilogia di brani legati tra loro tramite una miniserie di videoclip?
Questo perché volevamo far conoscere questo personaggio e la cosa migliore, secondo noi, era raccontarlo facendolo vedere in video. Chi ascolta la musica non vede immagini. Invece con i videoclip abbiam potuto dare un’immagine di lui. Nella prima parte, “Sei la mia droga”, conosce questa ragazza, se ne innamora, poi vanno in vacanza nella seconda parte e nella terza si lasciano. Abbiamo narrato in una trilogia di video una storia che può capitare a chiunque, in modo molto naturale.

Quali sono gli artisti che vi hanno influenzato nella stesura di “Titolo Album”?
Veniamo entrambi da ascolti che rimandano ai classici cantautori, quindi Dalla, De Gregori, di cui io sono un fan accanito, Guccini, Finardi. Abbiamo tentato di prendere quanto potevamo fa questi mostri sacri e di spostare tutto nell’attualità. Un traguardo importante per noi sarebbe far avvicinare i giovanissimi, che purtroppo oggi non sanno nemmeno chi è De Gregori, a questi grandi artisti. Non abbiamo quella scrittura e non abbiamo nemmeno la presunzione di averla, perché sono talenti immensi, però già poter dire che veniamo da quegli ascolti, chissà, un domani qualcuno li va a sentire e se ne appassiona. Per noi sarebbe veramente una grande vittoria.

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Giovanni Panebianco

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