Interviste

La mia serata rock – SOund36 incontra Stef Burns

Scritto da Reddie

Intervista del 23/07/22 con Stef Burns al Killjoy e la sua Stef Burns League band

di Silvia Collatina

Non mi piace introdurre Stef Burns come il “chitarrista” di Vasco Rossi perché lui è molto molto di più a prescindere. Ha un precedente background solidissimo e vanta collaborazioni con artisti illustri come Alice Cooper, Sheila Easton, Berlin, Huey Lewis and the News e molti altri. Arrivo durante il soundcheck e già a sentire questi suoni potenti, le sferzate di chitarra, di basso e la picchiata su batteria mi vengono i brividi. Avevo scordato cosa significasse – io che sono una fan dell’elettronica – sentire il ritmo dentro il corpo come se fosse il battito del cuore che romba.
Dopo un po’ di prove arriva il mio momento. Mi sono preparata bene e ho piacere a fare una bella conversazione con Stef sebbene il tempo sia limitatissimo. Vorrei che fosse un po’ unusual come è lo stile di SOund36.
Stef mi viene incontro con un sorriso e sono sufficienti pochi minuti per capire subito che ho di fronte una persona davvero alla mano, simpatica e gentile.

Ciao Stef, innanzitutto grazie. Come è stato il tuo primo approccio alla chitarra? Hai iniziato a suonare molto presto?
Sia mamma che papà erano grandi appassionati di musica. Avevamo casa piena di collezioni di vinili. Mamma suonava il piano e papà la chitarra. A 4 anni rimasi stupito nel vedere i Beatles in tv di cui sono un grande fan. Poi a 7 anni mi è stata regalata la prima chitarra elettrica, una “Winston” e a 9 ho creato la mia prima band.

Come hai capito che la musica sarebbe stato il tuo mestiere?
In realtà all’inizio volevo fare l’elettricista, poi crescendo ho capito che questa passione per la chitarra elettrica sarebbe stato il mio futuro.

Quale è stato il primo disco che hai comprato con i tuoi soldi?
Credo fosse l’album rosso di B. B. King live e un album di Chuck Berry. E comunque in famiglia si respirava musica e pure mia sorella aveva tanti dischi di Led Zeppelin, Rolling Stones. I Beatles erano però sempre presenti.

Quali altri strumenti suoni? Oltretutto canti pure
Ho iniziato a scuola con il sassofono, dopo la chitarra. Poi alle medie ci stava la jazz band con 6/7 saxofonisti ma nessun chitarrista, allora mi sono fatto avanti io. Suono pure la batteria ma è molto difficile. Mi piace anche cantare.

Quale hobby hai a parte la musica?
Amo molto la natura e quindi gli sport all’aperto in montagna, al mare, lago come trekking, scalate, swimming, surfing. Poi mi piace leggere e guardare in tv storie biografiche (“true stories”), non genere horror, ma storie che ti fanno star bene sebbene non mi dispiaccia il genere thriller o le science fictions

Hai imparato l’Italiano quando sei entrato nella crew di Vasco immagino.
Sì ho imparato tramite i libri. Adesso lo so abbastanza ma quando sono in difficoltà mi aiuto con l’inglese. Mia figlia è più brava di me però in entrambe le lingue.
Cosa pensi di tanti talenti che se ne sono andati ultimamente così inaspettatamente, come Taylor Hawkins dei Foo Fighters, Andy Fletcher dei Depeche Mode (per me uno shock). Io penso che per altri artisti sia come un amico che se ne va… anche se non si conosce direttamente.
Sì la morte di Taylor Hawkins mi ha sconvolto. Io sono un grande fan dei Foo Fighters per il suono, la produzione, i loro brani… è stata una grande perdita. In passato ho vissuto male anche la perdita di altri grandi come John Lennon e Jimmy Hendrix che è morto quando avevo 11 anni. Perché quando ascolti la loro musica in casa è come se li conoscessi, vivi con loro e poi vengono a mancare… è come se morisse un parente

C’è un concerto del passato al quale avresti voluto partecipare?
Sicuramente quelli di Jimmy Hendrix

Uno dei tuoi chitarristi preferiti?
Sicuramente Jeff Becks, oltre a Joe Satriani e Steve Vai. Ma ce ne sono molti altri.

Hai qualche rituale prima di esibirti?
Non in particolare. Se devo affrontare un concerto impegnativo come quelli di Vasco cerco di riposarmi per bene prima e di rilassarmi ma soprattutto di fare quattro chiacchiere e risate con la band.

Progetti futuri ?
Sto lavorando ad un nuovo progetto chiamato The Heroes & Monsters ma non è ancora finito, stiamo effettuando il mixing dell’album: Ci auguriamo possa uscire all’inizio dell’anno prossimo. Poi ho altri progetti un altro recital da duo, tastiera e chitarra, con Alberto Rocchetti tastierista di Vasco: Anche con Peppino d’Agostino con il quale collaboro da tantissimi anni, è un caro amico, e un nuovo singolo in uscita ma da finire con i ragazzi della Stef Burns League band (Paola Zadra al basso e Juan van Emmerloot batterista che ora per motivi di salute è stato sostituito nel tour da Ivano Zanotti).

Sei reduce dal tour con Vasco, di fronte a migliaia e migliaia di persone. Che differenza ci sta tra un vastissimo pubblico di concerti come quelli di Vasco e quello più “cosy” dei club, spiagge e teatri in un’atmosfera più intima dove la distanza con l’artista è meno evidente: Diciamo si è più “raggiungibili”?
Ho iniziato la mia carriera suonando nei club, piccoli locali poi dopo ho lavorato per i grandi e da quasi 20 anni sto anche con Vasco in stadi enormi pieni di gente. Per me è sempre emozionante.
Diciamo che esibirsi per un pubblico più ristretto ti dà la possibilità di sentirti più libero, fai delle jam o un pezzo che non era previsto. Con Vasco a volte si esegue fedelmente la canzone, poi nei pezzi più lunghi si può improvvisare. Ovviamente è rischioso ma a me piacciono gli imprevisti perché sono “exciting”!

Ora però “the time is over” purtroppo. Ci sono tante altre curiosità che avremmo voluto sapere su Stef ma deve andare, si deve preparare per il concerto e a malincuore lo devo lasciare andare… Ciao Stef grazie!

E dopo aver visto il concerto non posso che dire “ANDATE A SENTIRE e VEDERE Stef” in tutte le sue formazioni musicali. Perché le sue sono delle vere performance supportate dai ragazzi della sua band con la quale c’è un grande intesa. La chitarra è fusa sul corpo un suo prolungamento, si diverte, è instancabile, scherza e salta tutto il tempo. Ha un entusiasmo contagioso, sembra che il suono si riproduca da solo che neanche fai in tempo a vedere le dita veloci che si muovono e schiacciano i tasti. Che dire… La gente ha gli occhi incollati sul palco, ti ipnotizza.

Grazie Stef per l’intervista e la serata. Peccato non ti abbia fatto una delle domande che mi premeva più porti: essendo un grande appassionato della band (come me) “QUALE E’ TUA CANZONE PREFERITA DEI BEATLES?” …chissà se avrò un’altra chance to meet you e hopefully ce lo farai sapere.

Ciao Stef!

About the author

Reddie

Nasco nel 1972 da una famiglia numerosa, creativa, piena di musica e arte e che considerava riunirsi a vedere i film horror la sera come un momento di raccolta, intimo e divertente. Tutto ciò non poteva non influenzare la mia personalità poliedrica, curiosa, goliardica e buffa. Amo ridere, ho la passione per l'horror e lo stile gotico (per forza di cose), disegnare, canticchiare e ballare sulla musica anni 80 e molto altro. Ah, scordavo, sono appassionata di burro di arachidi!

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