News Quatsch

La città dei Sassi

Scritto da Sylvie Freddi

Mi fermo entro in una grotta cercando di immaginare la vita degli ultimi che ci avevano vissuto
Spio l’intima pudicizia di quel passato povero, mi sembra di violare uno spazio e un tempo non mio

“Arrivai ad una strada che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case e dall’altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera…”
Così Carlo Levi introduce la Città dei Sassi nel suo libro Cristo si è fermato ad Eboli

Mi fermo a guardare le case bianche che si incastrano l’una sull’altra fondendosi nella roccia
Matera splendida nella sua semplice architettura rimanda echi orientali
Le pietre calcaree mi ricordano quelle di Gerusalemme e di Aleppo
Le case scavate nella roccia e le chiese rupestri mi ricordano invece Petra e la Cappadocia
Le monache di Acca in Palestina sono venute fin qui ad abitarvici così come i cavalieri di Malta i Templari e diversi ordini monastici
La Città dei Sassi a picco su una profonda gravina è ancora permeata della sua storia antica iniziata nel Paleolitico e mai finita
Negli ultimi secoli la città subisce un declino fino al 1945 quando Carlo Levi denuncia lo stato di povertà in cui gli abitanti dei Sassi vivono
“…La stradetta, strettissima, che scendeva serpeggiando, passava sui tetti delle case, se quelle così si possono chiamare. Sono grotte scavate nella parete di argilla indurita del burrone…. Le porte erano aperte per il caldo. Io guardavo passando, e vedevo l’interno delle grotte, che non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri dalle pareti di terra vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento erano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per tutta abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie. Così vivono ventimila persone. Di bambini ce n’era un’infinità. In quel caldo, in mezzo alle mosche, nella polvere, spuntavano da tutte le parti, nudi del tutto o coperti di stracci. Io non ho mai visto una tale immagine di miseria”

Lo stato negli anni ’50 sposta la popolazione in un nuovo quartiere e i Sassi vengono abbandonati
Oggi i Sassi sono stati ristrutturati e la loro incredibile architettura attira migliaia di persone
Molti sono stati trasformati in alberghi diffusi e in ristoranti  

Riprendo a camminare per le stradine in pietra che un tempo i contadini percorrevano con i muli al ritorno dai campi
Sfioro piccoli gruppi di turisti
Mi fermo entro in una grotta cercando di immaginare la vita degli ultimi che ci avevano vissuto
Spio l’intima pudicizia di quel passato povero
Mi sembra di violare uno spazio e un tempo non mio
Mi chiedo se rendere spettacolo queste testimonianze di vite perdute non sia solo un cinico atto sacrilego

About the author

Sylvie Freddi

Spazio, ultima frontiera. Io sono S e vi racconterò i viaggi dell'astronave Quatsch durante la sua missione diretta all'esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.

error: Sorry!! This Content is Protected !!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Con questo sito acconsenti all’uso dei cookie, necessari per una migliore navigazione. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai su https://www.sound36.com/cookie-policy/

Chiudi