Recensioni

Interstella 5555 – The 5tory of the 5ecret 5tar 5ystem 

Scritto da Marco Sampietro

Un capolavoro nato dall’unione tra i Daft Punk e il sensei Leiji Matsumoto 

Non c’è nulla da fare, quando l’arte e l’estro scorrono nelle vene sin dalla nascita, è inevitabile che non possa accadere qualcosa di spettacolare. Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter ovvero i Daft Punk, principali esponenti della French Touch, genere musicale nato in Francia negli anni novanta spesso considerato come sottogenere di musica house, sono stati un gruppo musicale francese di musica elettronica, considerato uno dei più significativi nell’ambito della musica elettronica di quel periodo e ancora non superato.
Inizialmente definiti dalla rivista britannica Melody Maker, “A daft punky trash” in seguito e precisamente nel 2015, il ben noto magazine Rolling Stone li classificò poi come il 12° duo musicale migliore di sempre. Sotto quei caschi psichedelici da robot, i due artisti celavano non solo un genio musicale e sperimentale di alto livello grazie all’uso dei sintetizzatori e drum machine, ma furono anche in grado di imporre ai colossi della musica le loro regole; dal punto di vista commerciale e per quanto riguarda i diritti d’immagine, il loro modello d’affari fu ritenuto il migliore di sempre e la Virgin Records dovette penare parecchio per poterli inserire nella propria scuderia. Esplosero nel 1997 con l’album Homework, riconosciuto come uno dei più influenti album dance degli anni novanta, grazie soprattutto al notissimo brano Around the World, con il suo particolare video musicale realizzato dal regista francese Michel Gondry.
Ma cosa c’entrano i Daft Punk con sensei Matsumoto, il padre di Capitan Harlock e Galaxy Express 999?
Leiji Matsumoto, celebre mangaka giapponese, scomparso da poco, da sempre era stato l’idolo d’infanzia del duo francese.
I DP, cresciuti con i suoi anime, ebbero l’idea nel 2001 durante la lavorazione del loro terzo album in studio Discovery, di portare sullo schermo i brani del disco e di farlo mediante l’uso dell’animazione, ma di quella nippo. Con il supporto del loro collaboratore Cèdric Harvet, riuscirono ad avere un incontro a Tokyo proprio con il maestro Matsumoto il quale fu da subito entusiasta del progetto; il risultato fu qualcosa di spettacolare e di estremamente innovativo, anime e french touch si unirono in un solo corpo.
Così nasce Interstella 5555 (インターステラ 5555), film completamente privo di dialoghi, poiché i brani dell’album hanno il compito principale di accompagnare le immagini rendendo il tutto completo ed unico nel suo genere, infatti ognuna delle 14 canzoni dell’album è collegata a una parte del film. Una pellicola particolare nella quale la musica non è soltanto la colonna sonora, ma diventa insieme all’animazione la protagonista assoluta. 
Il film narra di un gruppo musicale alieno di successo formato da Octave (tastiera), Arpegius (chitarra), Baryl (batteria) e Stella (basso), originario di un pianeta alieno popolato da umanoidi con la pelle blu. I quattro però data la loro maestria musicale durante l’esibizione del brano One More Time, sono rapiti e portati sulla Terra da un misterioso individuo, Earl de Darkwood, uno spietato produttore discografico terrestre, che dopo aver sottoposto i quattro ad un lavaggio del cervello, li obbliga ad esibirsi come automi, ribattezzandoli Crescendolls. Diventano delle celebrità mondiali, ma la loro volontà è annullata da un chip impiantatogli dal temibile manager.
In loro soccorso accorrerà Shep, fan del gruppo e segretamente infatuato di Stella nonché eroe che ricorda il mitico Capitan Harlock. Il valoroso li libera ma colpito da un proiettile vagante perde la vita. 
Una volta seppellito, i quattro si recano presso il castello abbandonato di Darkwood e lì trovano tutte le risposte alle loro domande, sotto forma di un libro chiamato Veridis Quo – fantastico brano dell’album.
Scoprono che il manager è il nipote di un alchimista che lo ha reso immortale e tramite un passaggio tridimensionale riesce a rapire i cantanti extraterrestri di vari pianeti per trasformali in star musicali utili per la produzione di dischi d’oro.
Gli album servono per terminare un rituale che renderanno Darkwood simile ad un dio per governare sull’intero universo e l’ultimo disco il numero 5555 è quello dei quattro ragazzi. Gli artisti però vengono nuovamente catturati, ma ancora una volta interviene lo spirito di Shep dall’oltretomba che blocca Darkwood trascinandolo via con sé. Il gruppo torna sul loro pianeta e inizia un grande concerto, che viene intercettato dai satelliti terrestri e viene mostrato sugli schermi di tutto il mondo, e i popoli dei due mondi iniziano a ballare insieme. Sul pianeta Terra, guerre e conflitti cessano: la musica del gruppo alieno ha portato la pace.
Infine si scopre che tutta la storia è frutto di un sogno fatto da un bambino sin dall’inizio del film, addormentatosi con in sottofondo la relativa colonna sonora.
Matsumoto e i Daft Punk con quest’opera lanciano un chiaro messaggio basato sul male che logora il mondo dello spettacolo. Darkwood è il simbolo dello sfruttatore di talenti senza scrupoli, ricordo in merito anche un brano dei QueenDeath On Two Legs – album A Night at the Opera, che parlava appunto di questo; il riferimento è proprio al primo manager della band Norman Sheffield, il principale colpevole di aver ingannato i Queen durante i primi anni di vita del gruppo – You suck my blood like a leech. You break the law and you preach…
Interstella 5555 è un richiamo chiaro ed esplicito ai rapporti tra le grandi case discografiche e gli artisti, i quali spesso si trovano in una posizione di contrattazione molto inferiore e debole. Le major avendo potenti mezzi in tutti i campi li trattano spesso come dei meri prodotti dimenticando ovviamente la componente umana.  
Le label sanno perfettamente, sin dall’inizio, che molti dei musicisti scritturati non avranno fortuna e che, in molti casi, non produrranno più alcun loro album.
Interessante è la teoria del “Nobody Knows” dell’economista americano Richard Earl Caves, il quale spiega che: “ci saranno sempre successi intenzionali e non intenzionali, costruiti ad arte o scesi dal cielo. Quindi la strategia è quella di firmare una vasta gamma e promuoverli in quanti più mercati e media possibili, nella speranza che qualcosa si attacchi. A volte, un singolo evento “flashpoint” sarà il punto di svolta per una direzione completamente nuova della musica”.
Ma si può ancora sperare, fin quando artisti come Matsumoto e i Daft Punk continueranno ad esistere e a creare magnificenze grafiche che si uniscono ad uno spettacolo sonoro di prim’ordine e il sensei con la sua straordinaria tecnica riesce a creare delle vere e proprie magie visive, vestendo il sound intergalattico del duo francese con colori acidi e sgargianti capaci appunto di emozionare senza che sia proferita alcuna parola.
Ascoltando ancora una volta Veridis Quo… Mi sento come se stessi trascendendo attraverso il tempo e lo spazio… come se qualcuno mi stesse mostrando la verità, il vero significato della vita, attraverso i suoni. La semplice nostalgia di ogni buon ricordo del mio passato.

About the author

Marco Sampietro

Sono il samurai partenopeo, figlio degli anni ’80. Scrivo, racconto e imparo senza mai sentirmi “arrivato”, altrimenti sarei già carne morta. Pubblicista, autore e…giurista, sempre aperto al confronto. Appassionato amante del paese del Sol Levante, dove il futuro esiste poiché legato e mai lontano dal suo misterioso passato. Ascolto musica H24, curiosando nei suoi meandri, attraversandola in tutti i sensi, perfetta compagna di scrittura insieme al profumo di incenso di hinoki e una tazza di buon matcha, ampiamente sostituibile con una sacra birra. Sono ciò che sono come ognuno di voi, complesso ed unico. Oso per la conoscenza di ciò che spesso non si nota, adoro la libertà di pensiero.

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