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Il primo bagliore

Scritto da Laura Passeri

Subito dopo il Big Bang la materia e l’energia erano interconnesse in modo così intimo da avere quasi una crisi di identità: essere materia o energia, cioè luce? 

Non poteva durare a lungo questa situazione di stare tutti concentrati in un punto. Si stava veramente troppo stretti. 
Dentro c’era tutto, e quando dico tutto, intendo veramente tutto: le miliardi di galassie ciascuna con miliardi di stelle, i gas interstellari, la materia oscura, il nostro sistema solare, il Colosseo, le Piramidi di Giza, Cleopatra, la lumachina che ha mangiato le foglie della mia rosa di Damasco, la polvere che, ostinata, continua a posarsi sui miei mobili, me, seduta qui, davanti al computer a cercare ispirazione per questo racconto e chissà quanti  Colossei, piramidi e Cleopatre sparsi per i quattro angoli dell’Universo su altri pianeti di altre galassie.  
Ma non basta, dentro questo punto c’era anche tutta l’energia dell’Universo, tutta la luce dell’Universo. Secondo il primo principio della termodinamica, ΔU = Q – W, l’energia non può essere né creata né distrutta, ma solo trasformata da una forma all’altra. Ma sarebbe meglio dire: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, perché in realtà la materia può essere convertita in energia e l’energia in materia.  E=mc2, materia ed energia sono manifestazioni dello stesso fenomeno. Einstein, c’era anche lui nel punto. 
Ogni secondo il nostro Sole trasforma 4 milioni di tonnellate di materia in energia elettromagnetica, luce.   Ecco, questa cosa, che materia ed energia sono manifestazioni dello stesso fenomeno, mi ha sempre messo a disagio.  Noi, ora, siamo creature dello spazio e del tempo, fatte di materia e bisognose di energia e non abbiamo altri strumenti che quelli dello spazio e del tempo per realizzare quel progetto che forse stava lì, chiuso in un punto. 
Possiamo però ipotizzare scientificamente, l’esistenza di questo punto, sarebbe meglio dire singolarità, dove non esisteva, né spazio, né tempo, né materia, né luce o meglio dove il tutto era la stessa cosa. 
Subito dopo il Big Bang la materia e l’energia erano interconnesse in modo così intimo da avere quasi una crisi di identità: essere materia o energia, cioè luce? 
L’annichilimento materia-antimateria generava fotoni, ovvero “particelle” di luce. Allo stesso tempo, fotoni ad altissima energia potevano trasformarsi in particelle di materia e antiparticelle.  Da questa sorta di guazzabuglio che gli scienziati chiamano plasma primordiale, emersero i primi atomi, permettendo alla luce di viaggiare nello spazio. 
Questa luce, la radiazione cosmica di fondo, è la firma dell’evento che ha dato vita al nostro Universo, una sorta di “bagliore” che riempie, permea, tutto lo spazio dell’Universo. Un ricordo antichissimo e prezioso dell’inizio del tutto, una eco che ancora oggi siamo in grado di “vedere”. Viviamo immersi nella luce. La storia che il tutto abbia avuto inizio con una frase “Sia la luce”, ultimamente non mi convince, ma qualunque sia il perché tutto abbia avuto inizio, comunque sia il modo, sicuramente “luce fu”! 
Nel punto, nella singolarità, insieme a tutte le cose dell’Universo, insieme a tutti noi, c’era anche Italo Calvino al quale devo molto, non solo per questo racconto.

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Laura Passeri

Questa sono io, parole fantasia e scienza

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