Saranno stati 30-40 trilioni ad abitare quel mondo? Nessuno lo sapeva con esattezza. Certo è che il loro mondo era un luogo meraviglioso, un mondo antichissimo dove si era ormai perso il ricordo degli avi, tante erano le generazioni che li avevano preceduti. Fiumi rossi scorrevano, a volte impetuosi altre volte placidi, bagnando e nutrendo ogni cosa. Sulle rosee colline della cavità orale si ergevano le bianche vette dei denti. E poi giù, le ventose e chiare trachee delle vie respiratorie. E che dire degli antri oscuri e misteriosi dell’intestino.
Ogni abitante di quel mondo aveva il suo carattere e non era sempre semplice sopportarsi.
Una volta gli Escherichia coli si erano messi in testa di fare un censimento quantomeno del microbiota intestinale. Dicevano che fosse necessario per capire meglio le esigenze di ogni comunità, per pianificare le risorse e assegnarle in modo equo ed efficiente. Avevano un gran da fare ad andare su e giù per il colon cercando di convincere tutti che, solo con un censimento, si sarebbe valutata l’efficacia dei servizi esistenti e che sarebbe stato possibile individuare eventuali lacune o aree che richiedevano miglioramenti. Dicevano di avere a cuore l’ottimizzazione e l’erogazione dei servizi ma era tutta una scusa. Gli Escherichia coli sono dei grandi opportunisti e cercavano solo il pretesto per approfittare delle debolezze degli altri a proprio vantaggio.
I lattobacilli invece si davano grandi arie solo perché erano particolarmente bravi a sintetizzare vitamine come se non contasse tutto il resto del lavoro che facevano tutti gli altri batteri: mantenere intatta la barriera cutanea, modulare la risposta immunitaria, proteggere dai nemici, mantenere l’equilibrio del pH vaginale e tante altre cose che adesso non sto qui a dirvi.
Un giorno si cominciò a vociferare che esistessero tantissimi mondi, fuori da quello, forse infiniti e che, anche su ciascuno di questi mondi, vivessero individui come loro. Da far girare la testa!
I più conservatori asserirono che la cosa fosse impossibile, ma uno Streptococcus salivarius che abitava nella cavità orale e che per sua natura e per la giovane età era particolarmente incline all’avventura, aveva deciso di provare il tutto per tutto. Aveva sentito dire che sulla lingua forse c’era un passaggio, una sorta di portale che lo avrebbe portato in un altro mondo. Così si posizionò sulla lingua e si mise in attesa. Poi avvenne. Di colpo si sentì risucchiato in un vortice. Non ebbe quasi il tempo di aver paura che si ritrovò in un luogo nuovo. Una cavità orale, un’altra cavità orale. La cavità orale di un altro mondo!
Distesi sulla calda erba primaverile i due ragazzi si guardarono perduti nell’emozione del loro primo bacio.
“Sai?” disse lei per stemperare l’ardore di quel momento “il nostro corpo è fatto da trilioni di cellule umane ma da altrettante e forse più cellule batteriche. In realtà siamo dei simbionti. Non saprei dire se siamo noi ad ospitare loro o sono loro ad ospitare noi.”