La vita con me non è stata per niente generosa
Coltivavo fiori, dipingevo, mi vestivo di rosa.
Possedevo un animo nobile, sensibile, delicato
Dell’arte e della poesia da sempre innamorato.
Ogni sera recitavo la preghiera: “Fatina, fatina mia,
Fammi diventare un guru dell’armocromia”,
Ma fata madrina non ne conosceva il significato
E quindi nell’esercito fui paracadutato!
Orrore, malasorte, disgrazia, sciagura:
Qui non si conosceva che una sfumatura.
Io che ero il re di nuance, palette, colore
Fui sottoposto al più grande dolore.
Una tuta informe, priva di qualsivoglia attrazione
Dovetti indossare come una maledizione.
Non si mettono a tacere, però, doti sì portentose
E delle mie abilità tuttə divennero desiosə.
Elargivo consigli e suggerimenti
Sui più efficaci accostamenti.
Incarnato sbiadito e occhiaie profonde?
Vai col viola che tutto nasconde!
Naso adunco, a becco d’uccello?
Niente di meglio che il verde pisello!
Il mio secondo libro è stato appena pubblicato
Dedicato a chi sogna e non si è mai rassegnato
Si intitola: “Se la bionda la bruna vuol far soffrire
Di giallo si deve vestire
Se la bruna la bionda vuol far schiattare
Di marrone si deve abbigliare”.
Così di giorno esibisco il mio beffardo ghigno
E la notte apro il mio prezioso scrigno
Di ogni tinta colmo e ripieno
Per far regnare ovunque l’arcobaleno.
RED SHEEP
Copertina di #eineBerlinerin