Archiviato anche il 2023, segnaliamo otto dischi che hanno rifulso in questo Annus horribilis/In decade malefica:
• CCCP-Fedeli alla linea – Felicitazioni (Universal Music Italia):
Per celebrare degnamente il quarantennale di attività la band ci omaggia con un CD (disponibile anche in versione Box Deluxe in edizione limitata e numerata) contenente 18 pietre miliari: da Live in Pankow a Io sto bene, da Emilia paranoica a Curami, da Svegliami a Spara Jurij, brani che hanno segnato e stravolto la vita a molti di noi. Epico…e non è ancora finita!
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• Offlaga Disco Pax – Bachelite Remastered (Santeria):
A quindici anni dalla sua pubblicazione, Bachelite, secondo album degli Offlaga, torna in versione rimasterizzata e con contenuti extra. Una band che con soli tre album ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica. La freddezza e il ritmo sincopato di tastiere, drum machine e basso, la dolce rimembranza evocativa della chitarra, i testi e la voce di Max Collini che narra storie, riallaccia ricordi, plasma personaggi. Poetico, ironico, politico, ultraterreno.
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• Billy Bragg – The roaring forty 1983-2023 (Cooking vinyl) Ja.La Media Activities
Rimanendo in tema di anniversari fondamentali un altro artista immenso celebra i suoi quarant’anni di carriera con un quadruplo box set. Ogni aggettivo, qualsiasi definizione finirebbe col ridurre la grandezza di un musicista coerente e diretto come pochi. The world we live in is very small/And the cities of Europe have burned before/And they may yet burn again/And if they do I hope you understand/That Washington will burn with them. Impegnato, arrabbiato, sincero.
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• Fernweh – Tríptiko A vision inspired by H. Bosch (Autoprodotto) Sferacubica
Da La Spezia arriva questa band, nata nel 2015, il cui nome significa “nostalgia dell’altrove”. Tríptiko vede la luce nel 2019 come concerto multimediale ispirato alle opere di Bosch, conservate al Prado, in collaborazione con il video artista Rino Stefano Tagliafierro e lo studio milanese di visual design Karmachina; il grande interesse suscitato dalla performance live ha spinto i musicisti a pubblicarlo sotto forma di album all’inizio del 2023. Musica elettronica che “subisce” le suggestioni pittoriche e contamina i linguaggi espressivi. Onirico.
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• Lankum -False lankum (Rough Trade)
Dall’Irlanda una band con oltre venti anni di carriera, giunta al suo quarto album. Musica folk dalle tinte fosche e cupe. Testi che parlano di morte, suicidi, omicidi. Atmosfere inquietanti di profonda bellezza. Solenne e intenso.
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• Fabrizio Paterlini – Riverscape Ja.La Media Activities
Ultimo album del pianista e compositore di fama internazionale Fabrizio Paterlini. L’opera nasce dalla collaborazione con la fotografa olandese Kristel Schneider, che ha proposto al musicista di partecipare al suo progetto Riverscape, un ritratto del fiume francese Allier, uno degli ultimi corsi d’acqua selvaggi rimasti in Europa. Il risultato è stato una sorta di contaminazione audiovisiva, in cui la musica è ispirata al e dal fiume e al suo incessante scorrere. Una suite costituita da tredici brani, in cui elettronica, pianoforte e archi dialogano e pennellano paesaggi sonori di intensa bellezza e velata malinconia. Umbratile.
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• Banda Popolare dell’Emilia Rossa– Sempre dalla parte del torto (Maninalto! Records) – Conza
La Banda nasce nel 2011, costituita da musicisti professionisti e delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena. Contaminazioni musicali di generi diversi e testi intelligenti, ironici, diretti, coraggiosi, poetici sono le peculiarità del gruppo. Ospiti illustri come: Gang, Modena City Ramblers, Zulù dei 99 Posse impreziosiscono un disco di caratura elevata.
Tagliente e corrosivo.
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• Galya Bisengalieva – Polygon (One Little Independent Records – Bertus) Ja.La Media Activities
L’acclamata violinista kazako-britannica, alla direzione della London Contemporary Orchestra in questo album racconta attraverso le suggestioni e le sperimentazioni musicali, uno degli episodi più oscuri e meno noti della storia del suo paese: i test nucleari sovietici effettuati nell’area di Semipalatinsk, nella steppa nord-est del Kazakistan (noto come il Poligono); dal 1949 al 1989 furono condotti 456 test nucleari su quest’area considerata dai sovietici disabitata, ma, in realtà, culla della cultura kazaka e straordinario sito naturalistico. Gli archi distorti e manipolati elettronicamente disegnano scenari apocalittici e sconvolgenti. Inquietante e potente.
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