Il Barone rampante: un’avventura ecologica
Castello Festival – Padova, 9 settembre 2023
Silvio Barbiero, voce recitante
Erica Boschiero, voce e chitarra
Sergio Marchesini, fisarmonica
in collaborazione con MareAltoTeatro
Quando la letteratura incontra la canzone d’autore, sappiamo, possono nascere meraviglie.
La serata di cui vi raccontiamo ne ha vista accadere appunto una, in uno scenario allo stesso modo incredibile: un teatro-giardino all’interno dell’ottocentesco Palazzo Zuckerman, nel centro storico di Padova, dove in tutta tranquillità abbiamo potuto partecipare all’ultima data dell’edizione 2023 di Castello Festival.
Lo spettacolo, proposto in prima assoluta dall’attore padovano Silvio Barbiero con la cantautrice Erica Boschiero e Sergio Marchesini alla fisarmonica, si sviluppa su alcune letture tratte dal celebre romanzo di Italo Calvino, ambientate in maniera essenziale in chiave naturalistica. Qui, l’albero su cui il protagonista ribelle sceglie di vivere ed ogni altro albero (compresi quelli all’interno del giardino che ci ospitava) diventano la casa di tutti, il rifugio di ognuno di noi, il rimedio allo scorrere del tempo e al fragore frenetico della città. E ben si prestano a questa interpretazione le canzoni dolci e soavi di Erica Boschiero che, con voce delicata e scrittura felice, meglio di chiunque altro ha saputo, da tempo ormai, dare musica e attenzione alla natura e ai boschi della sua terra natale, i monti del bellunese.
La serata si è sviluppata in modo assolutamente equilibrato ed agile tra le pagine calviniane interpretate sul palco con grande intensità e una mimica efficace ma essenziale da Barbiero, e l’eleganza delle canzoni della Boschiero cantate quasi in punta di piedi, su un tappeto di suoni di chitarra e la malinconica dolcezza della preziosa fisarmonica di Marchesini.
Il duo musicale, affiatato per i vari anni di collaborazione sia negli arrangiamenti che nelle interpretazioni dal vivo, ha proposto alcuni brani di Erica Boschiero come Contando i passi, Gli alberi hanno grandi orecchie (scritta con Paolo Capodacqua), Maggiociondolo, Un orizzonte non basta, Respira a sottolineare i passaggi più significativi del romanzo – immaginiamo sia stata ardua la scelta di quali proporre – e il passaggio del tempo. Molto toccante il momento in cui viene narrata la morte della madre del protagonista, attraverso le parole del fratello che è la voce nel romanzo, seguito immediatamente dalla grazia e dall’apertura di Respira, brano che dà il titolo al più recente album della cantautrice trevigiana.
Nello svolgersi dello spettacolo, trovano posto anche due brani di due giganti della musica d’autore, Le traiettorie delle mongolfiere di Gianmaria Testa e, in chiusura, L’albero e io di Francesco Guccini.
Il pubblico, da subito catturato dalle voci narranti (lettura e musica sono state appunto le due parti di un’unica messa in scena) e assorto nell’ascolto, è rimasto quasi con il fiato sospeso fino alla fine, quando le luci si sono accese e nel giardino è scrosciato spontaneo l’applauso. Che è stato sicuramente anche di gratitudine per aver aperto in ognuno di noi qualche crepa di speranza nel muro di indifferenza che ci circonda nei confronti di questa nostra natura fin troppo maltrattata.
Allora, dopo i saluti e gli applausi meritatissimi, anche il cenno di ringraziamento da parte di Barbiero a quel cane che, da un cortile vicino aveva fatto sentire la sua voce in modo imprevisto durante lo spettacolo, ha avuto un senso. Abbiamo visto solo sorrisi, tra il pubblico alla fine, e si è palpata un’atmosfera di serena leggerezza, che non era di incoscienza, anzi, proprio tutt’altro.
Per una sera quell’albero è stato il nostro perché, ne siamo certi, ci siamo immaginati tutti appesi a quello stesso ramo, più o meno scomodamente. Per nostra fortuna, ci sono gli artisti che sanno farsi ascoltare, e ci fanno a volte anche cantare.
Si ringrazia l’organizzazione di Castello festival per la gentilissima collaborazione
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