Forse non molti sanno che nell’ambito della musica country/folk americana è molto diffusa la tradizione dei c.d. house concert. In pratica il padrone di casa ospita un artista, che verosimilmente ha organizzato un tour nella sua zona, e quest’ultimo per contraccambiare il favore si presta a cantare per la famiglia ospitante ed i suoi amici. Conoscendo questa consolidata abitudine e tenendo personalmente contatti, ormai da alcuni anni, con una serie di cantautori statunitensi o canadesi, ho colto l’occasione del “viaggio” in Europa di Havilah Rand, – residente a Austin, ma originaria dello Stato di Washington – per invitarla a suonare a Bruxelles.
Dopo aver pubblicato cinque album molto belli (l’ultimo “A High Wave” del 2013), la cantautrice ha deciso di passare un po’ di tempo da questa parte dell’oceano per promuovere la sua musica, in alcuni casi da sola e in altri aprendo i concerti di un’altra ragazza texana di nome Jesse Klein.
Fra le sue doti più interessanti c’è senz’altro la predisposizione al songwriting che, da diverso tempo, mette a disposizione di bambini e teenager organizzando, in giro per gli Stati Uniti, delle sessioni dedicate all’apprendimento della scrittura di nuovi brani musicali (musica e testi). Alla fine d’ogni incontro, che dura in media dai 2 o 3 giorni, viene anche inciso un cd con tutte le canzoni scritte dagli aspiranti “Dylan”, che in tal modo si possono riascoltare anche a casa. Anche qui da noi, ha dato un saggio di questa sua capacità, scrivendo in appena un paio di ore una canzoncina semplice e orecchiabile, insieme a mio figlio e cantandola con lui in chiusura di serata.
Prima di quella aveva eseguito dei pezzi molto intimi, accompagnata dalla sua chitarra acustica, pescando fra i suoi vari album e stupendo gli invitati per la limpidezza e la potenza della sua voce. Pur non essendo amplificato, il suono sembrava riempisse quasi fisicamente il grande salone predisposto per l’occasione come una sorta di minisala concerto, con tanto d’atmosfera a lume di candele. Fra gli episodi che preferisco, cito la title track del succitato “A High Wave”, con il quale ha aperto il suo showcase, l’inedita “Pretty Bay” e soprattutto la dolcissima “All Night” (dal disco “Bengalese Butterlies”), non a caso da me espressamente richiesta. Si tratta della colonna sonora di un graffiante film americano indipendente, intitolato “Leading Ladies” le cui tastiere, nella versione originale, sono suonate da quel Larry Knechtel che incise in studio la mitica “Sound Of Silence” con Simon and Garfunkel. Insomma, non proprio l’ultimo arrivato.
Molto interessante, infine, “Spider” dedicata originariamente al Presidente Bush, ma da lei indirizzata senza remore al nuovo demagogo Trump, di cui molti americani temono l’elezione.
Alla fine, tutti gli ospiti restano entusiasti di questa serata speciale, vissuta a contatto diretto con un’artista autentica e incapace di risparmiarsi sia a livello relazionale (prima e dopo il concerto), sia a livello professionale. L’appuntamento prossimo è per il 2017 in cui presenterà il suo nuovo disco che sarà registrato ad Austin quest’inverno e che, a questo punto, attenderò con curiosità e un pizzico di impazienza.
HAVILAH RAND – HOUSE CONCERT / BRUXELLES
tutti gli ospiti restano entusiasti di questa serata speciale, vissuta a contatto diretto con un’artista autentica