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Giovanni Luca Valea @ Il Calice D’Oro

Costa Paradiso (SS): il 25 luglio in cartellone “La voce di Demodoco”: poesia e canzone d’autore con Giovanni Luca Valea.

Giovanni Luca Valea nasce a Firenze il 27 dicembre 1988. Dopo la pubblicazione di tre raccolte di poesie con case editrici indipendenti del territorio toscano, Canzoni di rabbia, poesie d’amore (2016), Una Storia che credevo di aver dimenticato (2019) e Una rosa al Padrone (2021) si avvicina dapprima come autore al mondo della canzone. Iniziali (La Stanza Nascosta Records, 2021) è il suo primo lavoro in studio. Durante la serata Giovanni Luca Valea alternerà l’esecuzione di brani tratti dall’ep Iniziali, il suo esordio discografico prodotto e distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto, alla lettura delle liriche tratte da Una rosa al padrone, terza pubblicazione del poeta, edita da Porto Seguro. Sul palco, accanto a Giovanni Luca Valea (voce), Francesco Castorani (chitarra) e Salvatore Papotto (basso). Due opere– come scrive nel contributo critico Carlo Caprarella– legate da un intangibile filo poetico, che Giovanni Luca Valea, Uomo, ha intessuto tra inchiostro e note. Una Poetica che spinge per uscire dalle pagine del libro, così come dal Pentagramma (…). L’ecletticità non è un mero esercizio (fra l’altro riuscitissimo) di stile: rientra fra i “doveri dell’Usignolo” di cui, nella canzone “Arrivederci Bellezza”, Giovanni si fa carico. E’ la Voce di Demodoco dell’omonimo componimento, quella senza cui gli Uomini non avrebbero un nome, neanche i più grandi. Il mondo va raccontato: e mentre per alcuni, molti, il mestiere è vivere, quello di Giovanni è “scrivere”. Cantautore popolare ed elitario al tempo stesso, Valea alterna incisività ritmica e carezza melodica, echi medievali e cornice elettronica, sovrapponendo con sapienza sacro e profano, immediatezza sentimentale e simbolismo criptico. Iniziali è un lavoro apodittico, che sfonda i codici sonori ed espressivi di certo cantautorato classico, dispiegando una vis icastica e incendiaria. Gli arrangiamenti, dall’impronta vagamente radioheadiana, non concedono quasi nulla al format del pop-rock tradizionale, enfatizzando i climax emotivi di un disco difficilmente etichettabile, combattuto tra spleen et idéal. Scrivere e cantare prosegue Caprarella- in un botta e risposta continuo di parole e note che s’inseguono per ricamare l’idea del Cantore che non riesce, e non vuole, limitarsi a raccontare, ma pretende di vivere. La serata con il poeta e cantautore Giovanni Luca Valea fa parte della “Prima Rassegna d’arte Il Calice d’oro”, nata- come spiega la curatrice Claudia Erbaper dilatare gli orizzonti dell’atto creativo; per accogliere e vivificare-in un gioco moltiplicatorio ed effusivo-quella forza marziana e umanissima che chiamiamo ispirazione. Manca, volontariamente, nella rassegna, una tematica comune: non abbiamo voluto nessun filo rosso-prosegue la curatrice- a districare le gomene aggrovigliate della nostra nave, che muove nella direzione dell’incontro semantico di differenti forme d’arte, talvolta contaminate.

 

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