Bologna, Berlino e Roma; non sono, aimè, le date dei Depeche Mode a cui ho assistito nel corso degli ultimi dieci anni, bensì quelle perse, per un motivo o per l’altro.
Ecco perchè mi sono affrettato ad acquistare i biglietti del “Delta Machine Tour” a poche ore dalla loro messa in vendita, il 10 luglio scorso.
In questi mesi l’attesa e l’aspettativa erano cresciute a dismisura, fino a quando mi son ritrovato in fondo ad una lunghissima fila a doppio anello che non sembrava mai cessare di crescere.
Il pubblico, anagraficamente variopinto, è composto quasi totalmente da die hard fans, e la sensazione (nonostante il bagno di folla) è proprio quella di aver preso parte ad un evento esclusivo.
Un pubblico tranquillo ed educato che ha accolto i Choir of Young Believers, giovane band danese d’apertura, con applausi e calore, nonostante fosse innegabile che l’ansia di vedere gli headliner cresceva rapidamente mettendo in secondo piano il resto.
Finalmente salgono sul palco i grandi protagonisti della serata, sulle note di “Welcome To My World”, Gahan entra piroettando nella sua giacca di lustrini richiamando un boato, la band è al massimo del suo potenziale, lo show parte con energia e la parte tecnica non lascia nulla a desiderare.
Da “Delta Machine” proporranno a seguire l’evocativa “Angel”, l’immancabile “Heaven” e una versione piano e voce di “Slow” interpretata da Gore.
Sorprendenti “Behind the Wheel”, “Halo”, una versione remix di “A Pain That I’m Used To”, ma soprattutto “Black Celebration” che sembra voler essere un regalo per quella parte di audience più attenta alla discografia dei primi anni.
Non sono mancati i grandi classici della band: “Personal Jesus”, “Enjoy The Silence” e pezzi che con la loro carica rivelano la struttura del live come “Walking In My Shoes”, “I Feel You”, “A Question of Time”.
Due ore di grande musica racchiuse in una performance perfetta, i tre sono accompagnati dagli immancabili Christian Eigner e Peter Gordeno (rispettivamente batterista e tastierista) e le immagini di Anton Corbjin, storico fotografo con cui la band collabora da ormai vent’anni. Proprio la componente visiva è parte integrante dello spettacolo, a tal punto da farci distogliere spesso lo sguardo da Dave Gahan a cui voglio riconoscere di essere l’unico vero frontman vecchio stile che mi sia capitato di vedere, capace di tenere in pugno i numerosi presenti, (c’è chi parla di quindicimila) dando tutto se stesso.
Chiudono il bis con “Never Let Me Down Again”, lasciando una folla in visibilio, ma soddisfatta sia in termini di quantità che di qualità.
Emmanuele Gattuso
Ecco la scaletta completa:
Welcome to My World
Angel
Walking in My Shoes
Precious
Black Celebration
In Your Room (‘Zephyr Mix’ version)
Policy of Truth
Slow (Acoustic)
Blue Dress (Acoustic)
Heaven
Behind the Wheel
A Pain That I’m Used To (‘Jacques Lu Cont’s Remix’ version)
A Question of Time
Enjoy the Silence
Personal Jesus
Judas (Acoustic)
Halo (‘Goldfrapp Remix’ version)
Just Can’t Get Enough
I Feel You
Never Let Me Down Again