Come la fenice che risorge dalle proprie ceneri così l’avvento dei Defamed avviene dopo lo scioglimento dei Drown In Sulphur. Aeon, il loro EP di debutto, si presenta egregiamente alla vista per merito dell’artwork in copertina della bravissima Martina Murer.
Le sei tracce che compongono il disco sono impietose come un incendio che non si placherà mai.
“Abyss” più che un titolo è una promessa, quella di scagliarci nell’abisso insondabile del deathcore più spietato. Si continua a non fare prigionieri nemmeno nella titletrack: la voce di Mattia Maffioli non ammette nessuno spiraglio di melodia, sfiorando, in modo preoccupante, le timbriche black metal. La produzione scintillante di Federico Ascari conferisce al lavoro quella pulizia dei suoni necessaria per mantenerlo alla stregua delle major d’oltreoceano.
“In Tenebris” è un attentato ai nostri padiglioni auricolari, con la batteria di Norman Ceriotti a ridurre in poltiglia ogni osso nel corpo dell’ascoltatore e una nube di synth ad offuscare l’aria.
La distopica “Wounds” vede ancora una volta come attore principale l’ugola stralunata di Mattia, sempre più indemoniato. Dopo le orecchie viene violato anche il nostro cervello in “Circles”, trafitto dalle chitarre di Simone Verde e Max Foti, che insieme al basso di Joshua Rocchi, hanno l’effetto penetrante della punta di un trapano.
L’attimo di calma apparente che arriva a metà canzone serve a tenerci a galla, per non farci annegare precipitosamente in un mare di sangue ossidiano.
“Doves” è l’ennesima colata di lava incandescente, rovesciataci addosso da una band che sicuramente farà sfracelli tra i fans di gruppi come Shadow Of Intent, Despised Icon e Suicide Silence.
Defamed – Aeon
Le sei tracce che compongono il disco sono impietose come un incendio che non si placherà mai