Recensioni

Alessandro Martinelli- Past and Present

Scritto da Claudia Erba

Un viaggio inedito e pervasivo, dagli echi sinestetici

Dai dancefloor di tutto il mondo alla ricerca di una dimensione più intima, dalla scena techno e underground al debutto al piano nel segno dell’introspezione e della sperimentazione: con l’album Past and Present (Memory Recordings, 2021), Alessandro Martinelli sveste (senza tuttavia rinnegarli) i panni di Alex Mine per indossare quelli di compositore raffinato di modern classical.
Past and Present, ascrivibile con tutta probabilità a quella che oggi viene definita musica “neoclassica” o “post-classica”, affonda con maestria le sue radici nel solco della minimal di matrice americana inglobando, di tanto in tanto, accenni elettronici e texture sintetiche. (Si ascoltino, in particolare, Far away memories-Fear e Void-Despair).
Presente e passato si confondono nell’abbraccio della reiterazione sonora, in una ciclicità statica che sembra cullare malinconie familiari, per sfociare infine in imprevisti accessi di dinamismo: affacci estemporanei sull’ignoto, finestre aperte su discese emozionali vertiginose.
Interamente suonato e registrato da Alessandro Martinelli e masterizzato da Carlo Cantini ai Digitube Studio, Past and Present dispiega un ventaglio ampio e seducente di sollecitazioni sensoriali, conducendo l’ascoltatore in un viaggio inedito e pervasivo, dagli echi sinestetici.

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Claudia Erba

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