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Decamerock @ Teatro Carcano (MI)

Scritto da Giovanna Musolino

A dispetto di chi crede che il Rock sia morto: Decamerock!

È il 1348 la peste imperversa a Firenze, seminando morte e distruzione: tre ragazzi e sette ragazze decidono di lasciarsi alle spalle quell’orrore per trascorrere delle giornate spensierate, allietate dal racconto di novelle. “Umana cosa è l’avere compassione degli afflitti” è l’incipit del Decameron, in cui la narrazione è diletto ma anche azione salvifica.
È il 2020 non è più la peste a mettere il mondo in ginocchio, ma ancora una volta gli esseri umani si sentono impotenti dinanzi a un morbo oscuro.
Massimo Cotto pubblica, quasi fatalmente, Decamerock all’inizio del 2020: la decadenza attanaglia anche il mondo del Rock, che sembra aver perso la sua natura di musica fatta di energia, vitalità, protesta, ribellione, intelligenza, liberazione, divertimento, lotta. Diventa allora fondamentale recuperarne la natura intrinseca con un processo a ritroso, che, attraverso il racconto, vuol riportare in vita i nomi fondamentali della storia del Rock.
Dal libro è stata tratta un’opera teatrale, andata in scena sabato 7 maggio al Teatro Carcano di Milano. Una scenografia scarna, quattro personaggi sul palcoscenico: un narratore (Massimo Cotto), un cantante (Mauro Ermanno Giovanardi), un musicista (Francesco Santalucia), un’attrice (Chiara Buratti).
Paganini (rockstar ante litteram), Brian Jones, Jim Morrison, Piero Ciampi, Ian Curtis, Nick Drake e Nico si materializzano attraverso racconti e canzoni. E il ricordare non è solo un richiamo alla memoria, ma anche ristabilire un legame con il cuore, una sorta di imperativo categorico. Ci sono artisti travolti dall’oblio come il raffinato, malinconico, immenso Nick Drake. Ci sono artisti di cui si tende a ricordare, morbosamente, più la vita privata che l’opera, come Nico, modella, attrice, sceneggiatrice, ma, anzitutto, musicista geniale al cui talento, forse, non è stato tributato l’onore meritato. Muove i primi passi musicali accanto a personaggi come Jimmy Page e Bob Dylan. Nei suoi sei album da solista, dopo l’intensa esperienza con i Velvet Underground, Nico plasma una musica senza tempo, dal fascino arcano e dolente, che si nutre di inquietudine e che alimenta l’inquietudine; una musica che possiede l’intensità del Rock, la solennità delle composizioni sacre, il potere evocativo dei canti tradizionali, l’universalità delle opere classiche. Una musica che sfugge a qualsivoglia facile, semplicistica e, spesso, castrante, definizione. Proprio il fantasma di Nico torna più volte sulla scena, riferendo episodi della sua travagliata esistenza. Uno spettacolo interessante che ha il grosso merito di tributare a grandi artisti l’onore doveroso. A dispetto di chi crede che il Rock sia morto!

DECAMEROCK
Milano- Teatro Carcano
7/5/2022

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Giovanna Musolino

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