Come era già stato preannunciato nel marzo 2015, appena pubblicato il primo e fortunatissimo cd 7, ecco che arriva, ad un anno preciso di distanza, il secondo episodio di una particolare e importante trilogia, Birth, ad opera del compositore e musicista Dario Faini, in arte Dardust. Trilogia che ha un grande valore contenutistico, una serie lunghissima di significati artistici e simbolici che lo stesso autore ha disegnato sin dalla scelta del suo nome. Un chiaro e sincero omaggio ad autori diversi che lui stesso ama e che hanno segnato la storia della musica contemporanea, tra questi citiamo il primo e spaziale Bowie, il duo elettro-psichedelico Chemical Brothers, ma anche Satie. Un dono alle città che più ama, a quelle metropoli come Berlino e Londra che hanno sempre rappresentato la porta verso i nuovi sound, e ai luoghi che conservano una magica energia creativa come quelli che si trovano dentro e fuori la città di Reykjavìk.
Insomma Dardust non è soltanto il progetto musicale di uno dei più produttivi autori di musica pop italiana quale Dario Faini è, ma un concreto documento musicale che si pone l’obiettivo di conciliare la composizione al pianoforte di matrice classica con l’elettronica e l’ambient. Il risultato è alle orecchie dei tanti che da ormai 12 mesi, con l’uscita di 7, hanno avuto il piacere di conoscere Dardust, e che con il nuovissimo Birth si cerca di enfatizzare e rinnovare. Un racconto musicale in bilico tra realtà e sogno, tra solido e fluido, tra luce ed ombra. In Birth la composizione si fa più complessa, più estrema nei suoi concetti e principi, la ritmica è più incisiva e gli inserti elettronici più rumorosi. Il pianoforte è sempre lì, quasi sottotraccia a dare le coordinate melodiche alle 10 canzoni, a continuare il viaggio musicale quando tutte le macchine si spengono all’improvviso.
Gli episodi più movimentati, come nell’apertura The Wolf, sono perfetti riempi pista per discoteche coraggiose e innovatrici. Questi si alternano ad altrettante tracce più riflessive che in Birth vengono arricchite dalla collaborazione con il trio d’archi composto da Patti, Sitta, Giorgini.
Il nuovissimo lavoro di Dardust è un’opera globale, che tende ad includere nuovi elementi musicali, a creare maggiori strati sonori, che svela un animo più selvaggio e rende tutto più misterioso, tutti elementi ed aggettivi che sembrano proprio raccontare la città di Reykjavìk, luogo dove il disco è stato realizzato.