Recensioni

Cover Art Secret #10: Who’s next (The Who)

Scritto da Marco Restelli

La copertina è il frutto del “carpe diem fotografico” che contribuì ampiamente a far entrare Who’s next nella leggenda

Riprendiamo la nostra rubrica sulle copertine più belle di sempre e oggi parliamo di Who’s next, album pietra miliare di una fra le band inglesi che hanno lasciato il segno nella storia della musica contemporanea. Gli Who all’inizio degli anni 70 erano all’apice della loro creatività dopo aver pubblicato quella vera e propria Opera Rock intitolata Tommy e l’idea originaria era di creare un nuovo concept album che doveva chiamarsi Lifethouse. Per una serie di motivi il progetto non si concretizzò e la band deviò verso un album “tradizionale” utilizzando comunque molti dei brani già scritti. Una volta deciso il titolo, era necessario pensare ad una copertina ma i primi progetti presentatigli furono scartati. Come già accaduto per altri dischi celebri, di cui abbiamo raccontato le back stories, di programmato “a tavolino” non c’era quindi ancora nulla.
E fu quindi l’idea del fotografo Ethan Russel (già noto per altre collaborazioni celebri) che, di ritorno da un concerto col gruppo in cerca di idee al riguardo, osservando il paesaggio nell’area di Easington Colliery vide un grosso, ma suggestivo, monolite di cemento su una collinetta in una zona mineraria. Decise quindi “al volo” di far fare una deviazione ai ragazzi per un foto shooting improvvisato. Nonostante fossero tutti un po’ stanchi per la giornata (i loro show scatenati non erano certo roba per educande, diciamolo pure) i quattro si sottomisero tutto sommato volentieri all’ulteriore coda imprevista e, a giudicare dai risultati finali, il “sacrificio” ne valse decisamente la pena.
Fra le foto, poi scartate, ce n’è una in cui Daltrey e soci sono in una posa quasi metafisica (verosimilmente ironica), abbarbicati a quel pezzo di cemento come se fosse una statua da adorare per i suoi poteri soprannaturali. Il solo batterista Keith Moon è ritratto in disparte e seduto in una insolita postura (visto il personaggio) inquieta se non addirittura meditabonda.
Russel a quel punto ebbe la geniale intuizione di cogliere lo spirito strafottente della band dopo che Pete Townshend, in un atteggiamento provocatorio diametralmente opposto a quello della posa precedente, aveva deciso di urinarci sopra. Il fotografo chiese quindi agli altri di unirsi al compagno ma, non avendo alcuno dei tre quella che potremmo simpaticamente chiamare una naturale “esigenza liberatoria”, per superare l’impasse fu utilizzata dell’acqua piovana raccolta proprio con i recipienti delle pellicole fotografiche e poi versata sul monolite al posto dell’urina vera. Per rendere chiaro di cosa si trattasse, tutti (tranne il succitato chitarrista) risultano ritratti, sulla copertina definitiva, nella tipica postura di chi si sta “riallacciando la patta” con un’aria quasi soddisfatta.
Solo il cielo sullo sfondo è stato aggiunto in post produzione, mentre il resto è tutto frutto del “carpe diem fotografico” che contribuì ampiamente a far entrare Who’s next nella leggenda.

About the author

Marco Restelli

Originario di Latina, ma trapiantato ormai stabilmente a Bruxelles. Collaboro con diversi siti musicali. Collezionista di dischi dai primi anni '80, ascolto praticamente ogni tipo di musica, distinguendo solo quella che mi emoziona da tutto il resto.
In progetto: l'attività di promoter di eventi live di artisti emergenti nel Benelux. Sono orgogliosamente cattolico, ma ritengo che la tolleranza sia alla base delle relazioni umane. Se dovessi salvare un solo disco, fra i miei 3500, sceglierei "Older" di George Michael. La mia più grande passione, oltre alla musica: la mia famiglia e i miei tre bambini.

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