Si fecero notare nell’edizione di X-Factor del 2021 nel roster di Manuel Agnelli, oggi i Bengala Fire esordiscono nel panorama musicale con questo disco prodotto da Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours e Daniele “Il Mafio” Tortora.
Si incomincia diretti e spediti con il punk old school di “Bengala 77”, ma non c’è il tempo per mettersi comodi che già con la titletrack si passa ad un pop caramellato da hit radiofonica. “Magnolia” ha tutta la sfrontatezza del grunge anni 90 catapultato a forza nei giorni nostri, così come pare anche ben inquadrato il rock’n’roll di “Bobby Eroina”, uno dei singoli che ha preceduto l’uscita dell’album.
“Kerosene” fa sfoggio della voce spregiudicata di Mattia Mariuzzo e della chitarra di Andrea Orsella, in cui si avvertono forti le influenze dei Queens Of The Stone Age e della cosiddetta corrente desert rock. Di tutt’altro tipo sono le contaminazioni della ballata “Peggy”: un pentolone sonoro dove cuociono a fuoco lento Le Vibrazioni e gli Street Clerks.
Il testo di “Serenissima Malcontenta” racconta di un ipotetico arrembaggio dei pirati a Venezia, ma sotto sotto questa fantasia è solo un tentativo di evasione dalla grigia realtà, allo stesso modo il torero di “Matador” sogna una vita diversa lontana dall’inettitudine della gente. Cambiamenti esistenziali uniti dalla musica. Nei dodici minuti di “Laura Cyberpunk” trovano posto numerose sfumature, partendo dal rock alternativo dei Verdena fino a sfociare in un coro di beatlesiana memoria.
Il saluto finale è affidato all’acustica “Amelia (La Verità)”, una scelta tutto sommato apprezzabile che mostra l’ennesimo lato di una band che ha saputo stupirci nelle dodici tracce che hanno composto questo esordio passionale e sincero.
Bengala Fire – La Band
Un esordio passionale e sincero
