Sound&Vision

Angela Baraldi @ Revolution Live Club

Scritto da Francesco Bettin

Una bella e indovinata serata, con un pubblico partecipe e ammirato, che Angela saluta così: “Grazie, amici. Ora andate a casa a fornicare!”

ANGELA BARALDI IN CONCERTO –  3021 LIVE TOUR
Colceresa (Vicenza),  Revolution Live Club
con Angela Baraldi, voce, e con Federico Fantuz, chitarre, Daniele Buffoni, batteria, Giovanni Fruzzetti, basso e synth
opening act Nicespare feat. Giulio Casale
FOTO di Giorgio Crestan
Organizzato da Uglydogs, associazione di promozione sociale

Ed eccola qui l’Angela Baraldi da Bologna, col suo nuovo album “3021”,  prodotto da Francesco de Gregori e dalla sua Caravan, in una delle tappe del 3021 Live Tour invitata dall’associazione di promozione sociale Uglydogs, al Revolution Live Club di Colceresa, a pochissimi passi da Marostica (Vicenza): la stessa location nella quale la stessa musicista bolognese già suonò qualche anno fa…e il suo è un ricordo molto piacevole, come dichiarato.
Quello di Baraldi non è che uno degli interessanti appuntamenti musicali che Uglydogs da anni organizza, in un percorso coerente e coinvolgente. Angela Baraldi ama molto questo territorio per diversi motivi, uno dei quali, dice, è l’aver registrato in questa zona dover ci troviamo un album (il precedente, “Tornano sempre”). Un altro motivo è il padre che è stato alpino a Bassano del Grappa, una cosa che le fa molto piacere ricordare.
Dopo l’apertura, affidata ai Nicespare che suonano nove brani, di cui tre accompagnati alla voce da Giulio Casale, Baraldi entra subito nel vivo della serata iniziando con il brano che dà il titolo al nuovo album , introdotto da un bel giro di basso, “3021”, appunto.
Tuta nera, guanti a mezze dita e stivali (con tacco) gialli, (“ non metto mai i tacchi ma per questa data sì…”) la cantante e attrice mette subito entusiasmo.
“Era tanto tempo che volevo ritornare a suonare qui”, dichiara, e poi attacca “Tornano sempre”, canzone decisamente di carattere, come ne sentiremo molte altre durante il live. Poi spiega il terzo brano in scaletta, “dedicato a un amico, mio e vostro”, ed è “Cosmonauti” dove a un certo punto si sente cantare “a modo mio”, ed è facile intuire che si tratti di Lucio Dalla.
Il rock della musicista è deciso, ben tirato grazie anche all’importante supporto dei tre fidi musicisti, molto bravi davvero e pienamente in sintonia ognuno nel proprio ruolo, dalla ritmica notevole.
Naturalmente, oltre all’ultimo album, Baraldi esegue anche altre canzoni, come “Uomouovo”, e ritorna all’ultima fatica con “Bellezza dov’è”. Prima di cantarla, una riflessione: “La bellezza spesso ci passa sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo” e uno dei richiami è rivolto a Roma, città dove la stessa abita, ritenendo il brano “una mezza canzone e una mezza poesia”, per poi passare a una preghiera pagana, ovvero “La preghiera della sera”. Che è uno degli sguardi a questo mondo inquietante, come ce ne saranno ancora perché in fin dei conti un artista, a mio parere deve, dovrebbe almeno, essere anche testimone del suo tempo, mostrare a chi non vede e non sente la realtà. E la Baraldi ci riesce molto bene, a quanto pare, il pubblico del Revolution lo testimonia.
Poi arriva “Tutti a casa”, un brano scritto quando la musicista bolognese è stata invitata alla ricorrenza della morte di Federico Aldrovandi, deceduto dopo un controllo di polizia vent’anni fa a Ferrara. “Ascoltatela, non ho poi molto da aggiungere”, è l’invito. Il momento è più intenso di altri, va da sé, e il brano risulta essere uno dei migliori eseguiti durante il concerto.
Si continua con “La vestizione”, drammaticamente palesata come “la descrizione dell’attesa prima della collisione”. Baraldi da acuta osservatrice del suo mondo che è anche il nostro, indica in Edgar Allan Poe il suo scrittore preferito, soprattutto nei racconti dell’orrore che confrontati a quello che sta accadendo sono quasi consolatori, ed è tristemente la verità. Il live prosegue con “Cuore elettrico”, “Paroles de Sbrai” (un pezzo d’Emilia…), “Hollywood Babilonia”, dove viene narrato l’orrore di passare dalle stelle alle stalle, per dirla breve. Citando “l’attore di Superman”, Bobby Driscoll, Lita Grey, vite e meteore scaricate e tirannate, figure che hanno attraversato la fama e poi il declino. Si continua poi con “Sono felice”; “Corvi”, sull’adolescenza, sul disagio che esiste, “chiamiamolo col suo nome, l’autolesionismo”.
L’ultima canzone della scaletta è “Saturno”, dedicato alla madre 92enne. E ancora, i due bis: ”Josephine”, dedicata alla Baker, donna e artista molto ammirata dalla cantante, anche per la sua vita difficile , e “Michimaus”, un blues padano “dove il paesaggio è piatto e il cielo bianco”. Una bella e indovinata serata, con un pubblico partecipe e ammirato, che Angela saluta così: “Grazie, amici. Ora andate a casa a fornicare!”.  Dopo la musica, un bel commiato no?

 

 

Si ringrazia l’organizzazione Uglydogs, e il suo Vicepresidente e direttore artistico Francesco Nicolli per la gentilezza e l’ospitalità

Colceresa (Vicenza), Revolution Live Club- visto il 18.10.25  

 

www.angelabaraldi.it 

Facebook: Angela Baraldi

Instagram: @angelabaraldi 

YouTube: @AngelaBaraldiOfficial

www.uglydogs.it 

www.revolutionstudios.it 

 

Foto di Giorgio Crestan 

Scaletta:

3021

Tornano sempre

Cosmonauti

Uomouovo

Bellezza dov’è

Preghiera della sera

Tutti a casa

La vestizione

Cuore elettrico

Paroles de Sbrai

Hollywood Babilonia

Sono felice

Corvi

Saturno

BIS:

Josephine

Michimaus

About the author

Francesco Bettin

Francesco Bettin nasce a Bassano del Grappa (Vicenza) nel 1962. Articolista dal 1980, comincia scrivendo e collaborando con quotidiani e riviste locali, formandosi in seguito prevalentemente su critica teatrale, esercitando anche quella cinematografica, qualche volta. Successivamente inizia a scrivere, sempre per diverse testate, anche online, di musica, facendo recensioni. Numerosissime sono le sue interviste pubblicate, da Monica Guerritore a Alessandro Haber, da Cristiano De Andrè a Laura Morante, Claudia Gerini ecc. Anche sul suo sito, olimpiainscena.it , scrive e pubblica, divulgando anche con mailing list, numerosi articoli, recensioni e interviste sia di teatro che di musica, assieme a un gruppo di fidati collaboratori. Pur avendo i requisiti non ha mai voluto diventare giornalista pubblicista.

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